10 cose da sapere assolutamente prima di sottoporsi a chirurgia estetica

Redazione
10 cose da sapere assolutamente prima di sottoporsi a chirurgia estetica

Nel 2017 in Italia sono stati eseguiti oltre 300mila interventi di chirurgia estetica e più di 650mila trattamenti non chirurgici (come le «punturine» di filler e botulino). Secondo i dati raccolti dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery, al primo posto delle operazioni effettuate c’è la mastoplastica additiva (l’aumento del seno), seguita dalla lipoaspirazione e dal ritocco alle palpebre. «La chirurgia estetica è una cosa seria – ricorda Daniele Fasano, presidente della Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica – : ogni gesto è “unico e irripetibile” e una volta fatta l’incisione non si torna indietro. È fondamentale informarsi e decidere ponderando bene pro e contro»

Affidarsi a uno specialista e controllare

La prima cosa da verificare è che il medico sia specialista. «Essere specialista in chirurgia plastica – spiega Daniele Fasano, presidente della Sicpre – vuol dire aver seguito, dopo la laurea in Medicina e chirurgia, un corso di specializzazione di 5 anni, con tanta pratica in sala operatoria. Se non si prende in considerazione di farsi operare di cataratta da chi non è oculista, perché ci si deve affidare per un intervento di chirurgia estetica a chi non è chirurgo plastico? Attenzione poi al fatto che non esistono chirurghi plastici e chirurghi estetici: la specialità è una sola. Come verificare che il medico sia specialista? Sul sito www.sicpre.it si possono cercare i chirurghi specialisti per cognome e per località».

La struttura? Dipende dall’intervento

Alcuni trattamenti possono essere eseguiti in studio e in ambulatorio (è il caso di filler e botulino); altri necessitano della sterilità della sala operatoria; altri ancora – per essere eseguiti in piena sicurezza – hanno bisogno di ulteriori garanzie, come la presenza costante di anestesisti rianimatori. «Il principio di base – dice Corrado Rubino, direttore della Scuola di Specializzazione in Scienze Mediche Chirurgiche e Sperimentali all’Università di Sassari – è quello di essere in un setting operatorio e organizzativo che permetta di fronteggiare al meglio le evenienze negative, per quanto rare. Attenzione poi a scegliere sempre strutture note e che risultano accreditate dalla Regione in cui si trovano».

La prima visita: più importante del primo appuntamento

Tra medico e paziente bisogna trovarsi, fidarsi e scegliersi, un po’ come in una storia d’amore. «Il rapporto di fiducia è fondamentale – sottolinea Massimo Navissano, consigliere Sicpre -. Il paziente si deve documentare, certo, ma non gli si può demandare la valutazione del caso e l’individuazione del percorso terapeutico. Per questo è fondamentale che tra medico e paziente si crei un’alleanza all’insegna dell’empatia e della competenza. Avere fiducia nel proprio chirurgo plastico vuol dire essere convinti della bontà delle sue scelte in termini di materiali e strutture. Il percorso ideale parte dall’esposizione delle richieste del paziente e su queste il chirurgo propone un trattamento o più di uno, quando possibile». E se la “scintilla” non scatta? «Meglio cambiare medico».

In caso di protesi al seno fatevi spiegare cosa vi inseriscono

L’aumento del seno è uno degli interventi di chirurgia plastica più eseguiti al mondo. E le protesi utilizzate per raggiungere l’obiettivo sono dispositivi sicuri e controllati. «È fondamentale che il chirurgo espliciti alla donna le caratteristiche della protesi scelta – spiega Fasano -. Ed è bene che la paziente richieda sempre al chirurgo l’etichetta delle protesi, con l’indicazione della tipologia, del numero di serie e della ditta produttrice. È importante sapere cosa si porta addosso». In linea con le indicazioni del Ministero della Salute e delle principali società di chirurgia plastica del mondo, la Sicpre invita le donne ad attenersi ai controlli periodici concordati, senza necessità di ulteriori accertamenti se non indicati dal chirurgo.

Protesi, esiste anche un’assicurazione

Una delle ultime novità in fatto di protesi è l’assicurazione offerta da alcune fra le principali ditte produttrici. «È relativa alla rottura e alla contrattura capsulare, effetto indesiderato che si verifica nel 3-4 per cento dei casi –illustra Navissano -. La contrattura è il modo in cui l’organismo avvolge quel corpo estraneo che sono le protesi, rivestendole di un tessuto fibroso che talvolta modifica la forma del seno, compromettendo il risultato estetico. Chi ha scelto “protesi assicurate” nel caso di queste evenienze negative potrà contare sulla partecipazione della ditta produttrice ai costi necessari per la sostituzione».

Filler, quando c’è da fidarsi

L’acido ialuronico è il filler principale, sostanze utilizzate nella lotta all’invecchiamento per attenuare i solchi e per aumentare in modo temporaneo (dai 6 ai 18 mesi, a seconda delle formulazioni) il volume di zigomi, labbra e guance. «L’infiltrazione di filler è sicuramente un atto mini-invasivo, ma è la conclusione di una valutazione medica, che non deve essere lasciata in mani poco preparate – ricorda Rubino -. Attenzione poi ai prodotti: il paziente deve chiedere cosa gli verrà iniettato e se il prodotto è provvisto del marchio CE, che attesta la conformità ai requisiti essenziali richiesti dalle direttive dell’Unione Europea». Altro consiglio: preferire sempre prodotti riassorbibili, tendenzialmente ben tollerati.

Botulino, pro e contro

Con più di 5 milioni di infiltrazioni nel mondo nel 2017 (dati ISAPS), il botulino è il trattamento di medicina estetica più eseguito nel mondo. Nella grande maggioranza dei casi viene usato per appianare le rughe della fronte e quelle attorno agli occhi, mettendo temporaneamente a riposo muscoli che altrimenti, con l’età, restano sempre un po’ contratti, dando al viso un’espressione stanca e corrucciata. «Ma non bisogna esagerare – sottolinea Fasano -. Fino a un certo grado di invecchiamento, filler e botulino danno risultati naturali e gradevoli. Invece, quando i tessuti sono decisamente cadenti, la strada migliore è quella di riposizionarli chirurgicamente, per esempio con un lifting settoriale». Fondamentale, quindi, farsi consigliare da un bravo specialista.

Consenso informato sempre

Prima di affrontare qualsiasi operazione chirurgica (comprese quelle estetiche), il paziente deve sempre firmare un modulo, il cosiddetto consenso informato, che espone in sintesi le caratteristiche dell’operazione, le possibili evenienze negative che ne possono derivare e la modalità in queste verranno affrontate. «È il documento che certifica, nero su bianco, come al paziente siano stati esposti anche i possibili rischi e l’eventuale necessità di sottoporsi a ritocchi, ad esempio per migliorare la qualità delle cicatrici – dice Navissano -. La chirurgia estetica ben eseguita è in generale sicura, ma il paziente deve essere informato su tutto». Diffidare delle esposizioni frettolose e semplicistiche.

Prezzi chiari e no agli sconti

Uno degli elementi a cui prestare attenzione prima di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica è il prezzo. E gli specialisti sottolineano: no agli sconti, ai saldi (non ci sono magazzini da svuotare) e assolutamente no al sottocosto.«L’onorario del chirurgo è una voce costante, lo stesso il costo della clinica e quello dei materiali – dice Fasano -. Quindi chi propone “sconti” sta semplicemente cercando di attirare pazienti con strumenti non corretti». No anche alla prima visita a costo zero, come se ogni visita dovesse sfociare sempre in un trattamento o intervento.

Convalescenza, meglio tenerne conto prima

A parte le infiltrazioni di filler e botulino (dove si possono manifestare piccoli arrossamenti e lividi) tutto il resto comporta una convalescenza. «In alcuni casi, ad esempio negli interventi maggiori come addominoplastica o mastoplastica riduttiva, la convalescenza va intesa proprio come periodo di riposo – dice Rubino -. Per le correzioni meno invasive, come ad esempio quella alle palpebre, è comunque un periodo in cui ecchimosi, gonfiore e punti di sutura sono ancora presenti. È un aspetto importante di cui tener conto, per programmare di conseguenza gli impegni personali e professionali».

Fonte: Corrire della sera

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