32enne ucciso a colpi di arma da fuoco sull’uscio di casa

Redazione
32enne ucciso a colpi di arma da fuoco sull’uscio di casa

32enne ucciso a colpi di arma da fuoco sull’uscio di casa. Intorno alle 19.45 di ieri sera un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco a Foggia, nella strada periferica di via Lucera.

Ancora non sono stati resi noti ulteriori dettagli su quanto accaduto. Sul posto è giunto il personale del 118 e i carabinieri che hanno avviato le indagini del caso.

Secondo le prime indiscrezioni, Pietro Russo potrebbe aver aperto la porta di casa al suo assassino. Il 32enne foggiano aveva alcuni precedenti penali per reati contro il patrimonio e furto in abitazione.

A dare l’allarme, un parente della vittima che ha ritrovato il corpo riverso aq terra, ormai senza vita. Sull’asfalto sono rinvenuti almeno 7 bossoli di pistola.

Omicidio premeditato

Per gli inquirenti si tratta di un omicidio premeditato eseguito proprio nel momento in cui il 32enne si trovava solo in casa. Il parente della vittima ha infatti trovato il cadavere sulla strada davanti all’ingresso dell’abitazione, ma riverso in direzione dell’interno della casa.

Secondo quanto confermato dalle forze dell’ordine a Fanpage.it, i rilievi per accertare le dinamiche del delitto sono lunghi e laboriosi. Nelle prossime ore si cercherà di capire cosa sia effettivamente accaduto.

Grazie anche alle eventuali testimonianze di residenti in zona e tramite la ricerca di immagini fornite da telecamere di videosorveglianza attive nei paraggi.

Tangenti: nuovo interrogatorio in carcere ex dirigente Puglia

Nuovo interrogatorio in carcere per l’ex dirigente della Protezione civile della Regione Puglia Mario Lerario, arrestato il 23 dicembre con l’accusa di corruzione.

Dopo aver intascato due tangenti da 20 mila e da 10 mila euro da due imprenditori che hanno in corso con la Regione appalti relativi alla realizzazione di strutture per l’emergenza Covid.

Lerario, dopo l’arresto in flagranza per la seconda tangente, era già interrogato il 26 dicembre nell’udienza di convalida e in quella sede aveva ammesso di aver accettato buste che poi ha scoperto che contenevano denaro.

Precisando poi – come hanno dichiarato anche i due imprenditori Luca Leccese e Donato Mottola – di non essere stato lui a chiedere “mazzette” ma che si trattava di iniziative degli imprenditori.

L’interrogatorio di oggi

Oggi l’interrogatorio si è concentrato prevalentemente sulla prima tangente intascata, quella da 20 mila euro che Mottola gli ha consegnato il 22 dicembre, il giorno prima che l’allora dirigente fosse seguito e bloccato in flagranza per la seconda mazzetta.

Lerario, assistito dall’avvocato Michele Laforgia, ha ribadito le ammissioni già fatte chiarendo, con riferimento alla vicenda di Mottola, che la certificazione all’azienda dell’imprenditore per la quale secondo la Procura il dirigente aveva fatto pressioni su una funzionaria regionale, in realtà era dovuta.

All’interrogatorio di garanzia ha partecipato il procuratore Roberto Rossi. La difesa al momento non ha fatto istanza di revoca della misura cautelare. I due imprenditori, entrambi detenuti agli arresti domiciliari, saranno interrogati il 4 gennaio. Anche loro, sentiti in qualità di indagati prima dell’arresto, avevano già confessato il pagamento delle tangenti.

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