A Bari la protesta degli educatori: “Scuola, basta precarietà!”

Redazione
A Bari la protesta degli educatori: “Scuola, basta precarietà!”

A Bari la protesta degli educatori: “Scuola, basta precarietà!”. La manifestazione convocata dalla sigla Usb per chiedere alla Regione Puglia l’internalizzazione.

Manifestazione di protesta ieri mattina a Bari, sul lungomare Nazario Sauro, davanti alla sede della Regione Puglia.
A protestare, un centinaio di educatori e operatori sociosanitari che chiedono la stabilizzazione nelle scuole di infanzia, primarie, secondarie e superiori.

Si tratta di figure professionali di supporto agli studenti con disabilità nelle scuole di ogni ordine e grado, ma che sostengono di non veder riconosciuta la loro posizione professionale. I manifestanti sono per lo più dipendenti che, da oltre 10 anni, lavorano attraverso le cooperative sociali di zona, in uno stato di precarietà lavorativa economica e contrattuale.

«Il nostro ruolo all’interno delle scuole è di notevole importanza – spiegano – ci interfacciamo con persone con disabilità grave e gravissima alle quali sono riconosciuti diritti imprescindibili».

Le richieste dei manifestanti

Queste le rivendicazioni: Lavorare anche nei mesi estivi attraverso progetti regionali; Estensione degli ammortizzatori sociali nell’immediato, visto che le cooperative dal 6 giugno hanno sospeso tutto il personale; Internalizzazione nelle scuole.

La protesta barese è convocata dalla sigla sindacale Usb che così spiega la manifestazione. «I lavoratori svolgono un servizio essenziale: quello dell’assistenza specialistica nelle scuole e dell’assistenza domiciliare educativa.

Si tratta di servizi di notevole rilevanza per la collettività, i lavoratori altamente specializzati seguono i processi di apprendimento e socializzazione degli alunni con disabilità ed intervengono per potenziarne le capacità circa l’autonomia, le relazioni e le abilità cognitive.»

L’intervento del Sindaco Antonio Decaro

In merito alla giornata di ieri, il sindaco di Bari ha dichiarato: «Le cooperative sociali che gestiscono gli appalti percepiscono dagli enti locali circa 22/23 euro all’ora per il servizio, mentre agli operatori è corrisposta (quando questo accade) una paga oraria di circa 9 euro, sempre se il minore non è assente.

Nei mesi da giugno a settembre/ottobre, il servizio viene interrotto per le vacanze con conseguente sospensione di stipendio e contributi.

Usb ed i lavoratori chiedono, pertanto, che sia avviato un processo di internalizzazione. Anche se il presidente Emiliano ha incontrato i lavoratori in protesta, questo non è sufficiente; vogliamo rispetto per una delle categorie di lavoratori più “sfruttate” dalla pubblica amministrazione».

L’intervento del Presidente di Regione Michele Emiliano

«In tutta Italia una serie di figure che sono fondamentali per consentire il diritto allo studio e all’assistenza domiciliare di soggetti fragili per diverse ragioni, dalla disabilità al rischio di devianza, sono affidati ad una serie di cooperative, che secondo me non costano meno di quello che costerebbe un regolare rapporto di lavoro con tutte queste figure professionali.

Questi professionisti, tutti laureati, ogni estate sospendono il lavoro con il finire dell’anno scolastico; il rapporto con i ragazzi è sospeso per 3 mesi con tutti i danni che ne conseguono. Per la prima volta, la Regione Puglia oggi sta dicendo che così non si può andare avanti, dobbiamo trovare una sistemazione diversa.

La loro aspirazione è quella di essere tutti assunti come professionisti dentro le ASL, però questo è un problema che riguarda anche le scuole. Dobbiamo condividere tra sistema scolastico italiano, welfare e sanità la risoluzione di un problema che riguarda i ragazzi è la dignità dei lavoratori.

Noi iniziamo il processo che deve arrivare ad una stabilizzazione. Si deve arrivare in modo equilibrato selezionando in base al fabbisogno tutte le necessità delle scuole, dei ragazzi, dell’assistenza domiciliare. Dopodiché tentare di bonificare una situazione che è indegna sia per gli assistiti che per i professionisti che li assistono».

Mariagrazia Veccaro

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