Agricoltore muore schiacciato dal muletto nel Foggiano

Redazione
Agricoltore muore schiacciato dal muletto nel Foggiano

Agricoltore muore schiacciato dal muletto nel Foggiano. Un agricoltore di 71 anni muore dopo essere rimasto schiacciato da un muletto in contrada Radogna, nelle campagne di Bovino (Foggia).

A quanto si apprende, lavorava a bordo del mezzo ieri pomeriggio quando, per cause in corso di accertamento, il muletto si è ribaltato, schiacciandolo. Sono intervenuti i Vigili del fuoco, che hanno rimosso il mezzo con una gru. Indagini in corso da parte dei Carabinieri.

Covid: giocavano alle slot in circolo abusivo, 7 sanzioni

In una associazione culturale adibita a sala giochi, alla periferia di Gravina in Puglia (Bari), la Polizia ha sequestrato 13 apparecchi non a norma e non autorizzati e ha sanzionato sette persone anche per la violazione delle norme anti-Covid.

In particolare sono sequestrati quattro apparecchi multifunzione Totem e nove ‘slot machine’, dove sono trovati oltre 2mila euro. Dopo le operazioni di lettura dei contatori degli apparecchi, gli agenti hanno contestato al titolare diverse violazioni.

Tra l’altro, l’utilizzo delle apparecchiature sprovviste di autorizzazione, per un importo di 130mila euro, e le hanno sottoposte a sequestro amministrativo. Sono poi sanzionati sei giocatori e il titolare per aver violato le regole anti-contagio che impongono la chiusura di circoli e attività di intrattenimento.

Mafia: strage Gargano; pm chiede ergastolo per basista

La condanna all’ergastolo è chiesta dal pubblico ministero della Dda di Bari Luciana Silvestri nel processo a carico di Giovanni Caterino, 40 anni, unico imputato della strage di mafia di San Marco in Lamis (Foggia).

Quella in cui vennero uccisi il 9 agosto 2017 il boss di Manfredonia Mario Luciano Romito, il cognato Matteo de Palma e i fratelli Aurelio e Luigi Luciani uccisi perché testimoni involontari dell’agguato.

Caterino è ritenuto il basista del commando armato ovvero, colui che ha pedinato sia nei giorni precedenti sia nel giorno dell’agguato Mario Luciano Romito, 52 anni, esponente di spicco dell’omonima famiglia scarcerato sei giorni prima della sua uccisione e ritenuto il reale obiettivo dei killer.

Nella requisitoria durata più di due ore, il pubblico ministero ha chiesto il carcere a vita per Caterino che è detenuto dal 16 ottobre 2018 e che si dichiara innocente. Il pm ha ricostruito l’intera vicenda e l’inchiesta.

Le intercettazioni ambientali, tabulati telefonici e analisi gps su Fiat Grande Punto che l’imputato avrebbe utilizzato per pedinare Romito. Poi l’agguato a cui lo stesso Caterino sfuggì il 18 febbraio 2018 a Manfredonia.

Agguato voluto dai clan Romito e Moretti della società foggiana per vendicare un altro l’omicidio, quello di Mario Luciano. Dopo la requisitoria i legali di parte civile hanno depositato la memoria difensiva chiedendo la condanna e la richiesta di risarcimento.

E’ attualmente in corso l’arringa della difesa. Il processo a causa dell’emergenza Covid si svolge a porte chiuse con la sola presenza delle parti processuali.

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