Al Bano Carrisi attacca Amadeus e il Festival di Sanremo
Al Bano Carrisi ha espresso chiaramente i suoi sentimenti. Desiderava partecipare alla gara di Sanremo di quest’anno, sperando di esibirsi un’ultima volta. Tuttavia, Amadeus ha preso una decisione contraria, costringendo il talento di Cellino San Marco
A canalizzare tutta la sua delusione in una ampia intervista rilasciata a Hoara Borselli di Libero. Ha toccato svariati argomenti, inclusa la politica e il futuro della musica, che rischia sempre di più a causa dell’emergere della trap e dell’intelligenza artificiale. Proseguiamo con tutti i particolari.
Al Bano e la polemica su Sanremo 2024
Il noto cantante Al Bano Carrisi ha contattato Amadeus, l’attuale direttore artistico di Sanremo, per discutere delle sue intenzioni. Tuttavia, l’invito di Al Bano è stato respinto, portando ad un’intervista espressiva con il giornale Libero.
Nel corso dell’intervista, Al Bano Carrisi ha rivelato che il suo desiderio di prendere parte in questa edizione del festival era nato da una promessa precedentemente fatta da Amadeus. Che prevedeva di coinvolgere un trio, incluso Al Bano, insieme a Morandi e Ranieri. Nonostante il cantante avesse concordato con le idee di Amadeus, il piano proposto non è mai stato realizzato, lasciando Al Bano con un senso di amarezza.
La reporter Borselli ha chiesto ad Al Bano Carrisi di fare commenti sulla situazione politica attuale, specificamente su un recente grido politico alla Scala di Milano. Sul tema, Al Bano ha risposto indicando che lo trova comico che il fascismo sia ancora un argomento di discussione, lamentandosi dell’incapacità dell’arte di rimanere distaccata dalla politica.
È essenziale separare l’arte dalla politica, per prevenire la potenziale appropriazione dell’arte da parte della politica. Proseguendo, viene offerta una riflessione sulla musica contemporanea, specificamente riguardante la corrente trap. Al Bano commenta che, al giorno d’oggi, viene fortemente criticata, in quanto si ritiene veicoli messaggi estremamente dannosi per i giovani.
“Le stesse critiche venivano mosse all’inizio della carriera di Celentano. Mi ricordo quel periodo definito degli urlatori. La musica è stata, sin dagli albori, l’espressione di un preciso istante storico dell’uomo. Oggigiorno non si scrive più la musica, i testi sono generati da un computer. Potrebbe sembrare che stiamo assistendo alla morte della musica, ma questo non è altro che lo specchio del nostro tempo”.