Albano Carrisi: il litigio con il cantante Americano

Redazione
Albano Carrisi: il litigio con il cantante Americano

Albano Carrisi: il litigio con il cantante Americano. Albano ha segnato un’epoca con le sua magnifiche melodie. Si tratta di un cantautore italiano che insieme all’ex moglie è riuscito ad incantare il pubblico.

Ma cerchiamo di capire qualche cosa in più. Cerchiamo di cogliere qualche aspetto della sua vita che non è molto conosciuto. In particolare della litigata con un artista americano di grande spessore.

Michael Jackson

L’artista fu coinvolto in un’incredibile causa legale con l’artista più conosciuto al mondo,Michael Jackson. Che cosa successe esattamente? Perché ci fu il litigio e come si concluse la lotta?

Per cogliere l’essenza della questione è necessario fare un passo indietro. Occorre ripercorrere i periodi d’oro di Albano Carrisi e della ex moglie Romina Power. Nel dettaglio i successi della loro musica a partire dagli anni 90 iniziava ad andare in crisi.

Infatti, il 1991 è stato l’ultimo anno in cui si sono presentati insieme al Festival di Sanremo, poi per la riunione sul palco dell’Ariston bisognerà attendere diverto tempo.

Ed è proprio nel 1991 che inizio il periodo complesso in cui la legge, i Tribunali e gli avvocati entrarono a far parte della vita del Cantante di Cellino San Marco: la questione è il plagio di una canzone.

Nel 1991 il figlio di Albano, Yari, ascoltò Will you be there tratta dall’album Dangerous di Jackson e segnalò al padre la strana somiglianza con I cigni di Balaka. Questo brano risaliva al 1987 e non era molto famoso.

Tuttavia, delle sue ragioni l’artista pugliese si rivolse ai propri avvocati e così l’anno successivo partì la causa per plagio. Dangerous venne sequestrato in tutta Italia con un’ordinanza successivamente revocata.

Indennizzo

La Sony fece uscire di nuovo l’album del vocalist americano senza la canzone incriminata solo per il nostro Paese. Inizialmente l’autore di Thriller, che era venuto a Roma per difendersi, perse. L’indennizzo era di 4 milioni.

In seguito però una nuova sentenza stabilì che entrambi i brani avevano tratto ispirazione da una canzone del 1939 che non aveva il copyright: Bless You for Being An Angel degli Ink Spots.

A loro volta questi ultimi erano stati influenzati da una musica originaria dei nativi americani e dunque non c’era nessuna copiatura, così il nostro musicista dovette pagare le spese processuali. Leggi anche qui 

La causa non arrivò mai in Cassazione perché i contendenti si accordarono privatamente e nel 2001 Jackson fu completamente scagionato. Ancora oggi Carrisi nega di essersi ispirato ai testi indicati e ritiene che la vera colpa sia stata di qualche collaboratore che secondo lui passò la sua canzone al rivale. Rollingstone

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR