Albano non si tira indietro e rilancia. Vuole cantare per…

Redazione
Albano non si tira indietro e rilancia. Vuole cantare per…

Albano non si tira indietro. Vuole cantare per…. Chissà a quanti naviganti smarriti ha salvato la vita. E anche solo per questo adesso merita lui di essere salvato. L’eroe silenzioso è il faro che domina l’isola disabitata di Capraia, nell’arcipelago delle Tremiti.

Un tempo «buen retiro» di Lucio Dalla, che qui scrisse uno dei suoi più celebri pezzi, «Com’è profondo il mare». L’appello a recuperare dall’abbandono quest’antica torre di segnalazione, un tempo luminosa e utile ai marinai

E’ arrivato da un altro artista famoso, il pugliese Al Bano Carrisi, che ha scoperto solo qualche anno fa le isole al largo del Gargano, dove non era mai stato prima. «Le Tremiti le ho sempre viste dall’alto»

Racconta il grande cantante di Cellino San Marco, riferendosi ai viaggi in aereo da Brindisi a Milano. Lungo la tratta che sorvola l’arcipelago ritenuto uno dei paradisi marini del Mediterraneo.

L’incontro con Emiliano

Tempo fa Albano c’è stato con un amico, per una gita in barca. Ed è rimasto affascinato da questo esempio di archeologia industriale. «Facciamone un museo», dice ora, aggiungendo un obiettivo preciso alla proposta di recupero

Lanciata qualche giorno fa con l’assessore al Personale della Regione Puglia, Gianni Stea. Albano conta di fare qualche passo in avanti verso la realizzazione del progetto già questa mattina, quando incontrerà il presidente della Regione, Michele Emiliano

Suo grande amico ed estimatore. «Bisogna creare un comitato, e sono pronto a impegnarmi di persona per salvare questo simbolo, importante come un’opera d’arte: potrei organizzare un concerto per raccogliere fondi o altre iniziative simili».

Dice Al Bano, che ha già quantificato un possibile impegno di spesa. «Non credo ci vorrà più di un milione di euro — sostiene — una cifra davvero irrisoria per il recupero di un bene così prezioso anche sul piano turistico».

L’isolotto dei gabbiani

Da non confondere con il faro di San Domino, situato nell’isola più grande delle Tremiti. Che nel 1987 fu al centro di una misteriosa esplosione con morto. Episodio sul quale non si è mai riusciti a fare piena luce.

Il faro di Capraia si trova a Punta Secca, una sottile lingua di terra a nord-est dell’isolotto esclusivamente abitato dalle diomedee. Particolare specie di gabbiani che prende il nome dell’eroe greco Diomede

Per l’appunto, che secondo il mito creò le Tremiti lanciando dei ciottoli nell’Adriatico. Dalla parte opposta di Capraia c’è Cala dei Turchi, dove si rifugiarono le galee ottomane protagoniste dell’assalto portato nell’agosto del 1567.

Quando l’armata di Solimano II il Magnifico tentò senza successo di impadronirsi dell’abbazia-fortezza presente sulla terza delle cinque isole dell’arcipelago, San Nicola. Il faro di Capraia venne ultimato nel 1868 con l’accensione della luce di segnalazione. L’abbandono risale al 1980.

Gli studi all’università

«Come tutti i fari dell’area del basso Adriatico è oggetto di studio nelle Università», spiega l’assessore Stea. Che presto incontrerà i responsabili del Demanio marittimo per chiarire ruoli e competenze rispetto agli interventi da attuare. Leggi anche qui

Le istituzioni dovranno fare per forza squadra. Intanto Albano, dopo essere stato rimproverato ieri dal vescovo di Andria per aver cantato ad un matrimonio in chiesa è pronto all’ennesimo acuto. Fonte CDS

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