Alessandria: strage familiare, uccide moglie, figlio e suocera, poi si ammazza
Alessandria: strage familiare, uccide moglie, figlio e suocera, poi si ammazza. Un uomo di 67 anni, Martino Benzi, ingegnere, ha ammazzato il figlio Matteo di 17 anni, la moglie Monica Berto, di 55, che si trovavano in casa in via Lombroso.
Poi si è recato alla casa di risposo Michel, in piazza Divina Provvidenza, dove ha assassinato la suocera Carla Schiffo, a coltellate e poi ha rivolto verso di sé il coltello e si è tolto la vita.
La suocera aveva all’incirca 80 anni. La moglie aveva lavorato a Valenza, poi si era ammalata di leucemia ma era guarita grazie al trapianto.
Le notizie sono ancora frammentarie.
Quel che è certo è che l’uomo ha utilizzato un coltello e che dopo aver compiuto la mattanza nell’alloggio in cui viveva con moglie e figlio, sia andato subito nella Rsa per uccidere anche la suocera. A quel punto si è tagliato la gola.
L’uomo ha lasciato un biglietto sul quale avrebbe spiegato le ragioni che lo hanno spinto a sterminare la famiglia, ma secondo gli inquirenti, non sarebbe comunque chiaro il movente.
Chi era Martino Benzi?
Ad uccidere moglie, suocera e figlio è Martino Benzi, ingegnere libero professionista di 67 anni. Si occupava prevalentemente di siti web, progettandoli e curandone il posizionamento nei motori di ricerca.
Facendo una ricerca su internet si trova per altro un suo vecchio blog, su cui scriveva: “Sono uno che — nato nel 1956 — si è deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno.
Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere”.
Sempre nella pagina di presentazione del suo blog ha continuato scrivendo: “Mi piace raccontare. E scrivere. Ho incominciato a farlo seriamente il giorno in cui mio figlio ha compiuto diciotto mesi e all’inizio era la trascrizione delle favole raccontate a lui, poi sono diventate storie per quando fosse stato più grande”.
E poi ancora: “Ci sono però altre storie, altri racconti per un pubblico adulto, e quelli ve li dovrete sorbire, a meno che i vostri commenti non siano tanto lapidari — lapidatori — da costringermi a chiudere baracca e burattini per la vergogna”.
Le indagini
I carabinieri della Scientifica hanno c0mpiuto i rilievi, gli accertamenti e la raccolta di eventuali testimonianze. L’istituto per anziani, nella parte nord della città, nel quartiere Orti, ospita persone anziane o con disabilità.
I carabinieri, secondo quanto si apprende, in seguito alla tragedia nell’istituto hanno cercato di rintracciare moglie e figlio dell’uomo, scoprendo quindi che la donna non era andata al lavoro e che il ragazzo non era a scuola.
E’ a quel punto che i militari sono andati a casa della famiglia e, sfondata la porta, hanno trovato i due cadaveri. Non viene dunque escluso che l’uomo, abbia ucciso moglie e figlio con la stessa arma con cui poi si è recato nell’istituto dove ha poi ucciso la suocera.
Gli investigatori mantengono però riserbo su questo punto, mentre si trovano dunque ad analizzare anche una seconda scena del crimine.
Non ci sarebbero invece molti dubbi sul fatto che sia stato proprio l’uomo a compiere i delitti prima di uccidersi, secondo gli elementi acquisiti nell’abitazione, che fanno pensare a eventuali scritti, di cui però al momento non c’è conferma ufficiale.
L’impegno degli inquirenti è quello di ricostruire quanto accaduto e le ragioni che hanno spinto l’omicida-suicida ad agire in questo modo. (Nella foto Martino Benzi e la moglie)