Ammazza la mamma e poi la veglia

Redazione
Ammazza la mamma e poi la veglia

Ammazza la mamma e poi la veglia. Un vero e proprio dramma a San Benedetto del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Qui la polizia, ieri mattina, ha scoperto l’omicidio di Maria Teresa Maurella di 80 anni, trovata nel suo appartamento in un lago di sangue.

La figlia Daniela Multari, di 48 anni, che è arrestata per omicidio volontario e si trova ora piantonata nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di San Benedetto, era in stato confusionale e continuava a ripetere frasi prive di senso.

Sul corpo presentava alcune ferite, forse conseguenza del raptus di follia che pochi minuti prima l’aveva spinta ad aggredire mortalmente l’anziana madre. La donna è subito allontana dall’orribile scena del delitto.

E trasportata al vicino Pronto soccorso per le medicazioni, dov’è era piantonata in stato di fermo prima del trasferimento in Psichiatria. Il delitto è maturato al piano terra dell’alloggio di edilizia popolare al civico 25 di via della Pace, un quartiere alla periferia ovest di San Benedetto tra il torrente Albula e il civico cimitero.

L’allarme della vicina di casa

A dare l’allarme per prima è stata una donna, una vicina di casa. Dopo, la figlia della vittima si è rivolta alla polizia, pronunciando frasi sconclusionate che hanno subito messo in allarme gli agenti.

La polizia, quindi, si è portata sul luogo della tragedia e si sono trovati di fronte una scena a dir poco raccapricciante: grida, sangue e l’anziana a terra priva di vita. I sanitari hanno potuto poi verificare che la vittima era stata uccisa molte ore prima.

Probabilmente durante la notte se non nella serata di mercoledì. Sul luogo della tragedia, intanto, si sono recati i vertici del commissariato di pubblica sicurezza di San Benedetto con il dirigente Marco Crucianelli, il dirigente della squadra mobile di Ascoli commissario capo Vincenzo Alfano, agenti della polizia scientifica in forza al commissariato di San Benedetto.

inoltre, il medico legale Francesco Brandimarti e solo dopo è arrivato il procuratore della Repubblica di Ascoli, Umberto Monti che ha disposto la rimozione della salma che è composta nell’obitorio dell’ospedale sambenedettese a disposizione per l’esame autoptico.

Si dovrà stabilire com’è  uccisa la donna che sul corpo presenta molte ferite inferte, forse, con i pezzi di vetro appuntiti, con i cocci di ceramica, ma anche con qualche utensile usato per colpire mortalmente la mamma.

Oltre alle ferite su molte parti del corpo, ha anche il volto e la testa completamente tumefatti per la serie di colpi ricevuti. Sarà l’esame autoptico a stabilire se la morte della poveretta è sopraggiunta a seguito delle ferite lacero contuse. O se per le percosse ricevute sulla testa.

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