Andrea Bergamelli, pilota 35enne, morto sul circuito di Valencia

È stata una giornata nera sul circuito di Valencia ieri

Redazione
Andrea Bergamelli, pilota 35enne, morto sul circuito di Valencia

Andrea Bergamelli, pilota 35enne, morto sul circuito di Valencia. Il pilota è morto durante una sessione di prove per motociclisti amatoriali.

È stata una giornata nera sul circuito di Valencia ieri, dove il pilota motociclista amatoriale italiano Andrea Bergamelli è stato strappato via dalla vita in un terribile incidente sul rettilineo principale del tracciato spagnolo.

L’evento tragico è accaduto durante una sessione di prova organizzata da Gully Racing ed è stato un duro colpo per la comunità motociclistica.

Nonostante i migliori sforzi dei soccorritori e dei medici del circuito, il classe ’88 bergamasco non ha potuto essere salvato ed è deceduto sul luogo di gara che amava tanto.

Il circuito ha rilasciato una nota per annunciare il tragico evento, esprimendo profondo cordoglio per la perdita di Bergamelli e inviando le più sentite condoglianze alla sua famiglia, agli amici e all’organizzazione Gully Racing.

Una tragedia che dolore sconvolge e spezza il cuore di tutti coloro che amano il mondo delle due ruote

A dieci anni di distanza, il circuito di Valencia è ancora una volta il teatro di una tragica vicenda. Nel 2014, un pilota di 35 anni ha perso la vita in un incidente durante una sessione di prove organizzata da una compagnia privata.

Oggi, con la morte di Andrea Bergamelli sul tracciato spagnolo, si aggiunge un altro nome alla lista dei piloti amatoriali che hanno perso la vita in pista.

Quest’ultima, assolutamente evitabile, conferma ancora una volta che il motociclismo è uno sport meraviglioso ed emozionante, ma anche incredibilmente pericoloso.

La paura e la tragedia ci seguono sempre, una nuvola nera che incombe sulle nostre teste e ci ricorda la fragilità della vita. Ma nonostante tutto, continuiamo ad amare questo sport, a vivere ogni curva, ogni rettilineo, ogni emozione.

Perché il coraggio sta nell’affrontare il pericolo, non nell’evitarlo. E le storie dei piloti, dei loro sogni e delle loro cadute, rimangono impresse nella storia del motociclismo, nella memoria degli appassionati, nella leggenda che continua a vivere.

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