Antonio Raciti ucciso a forbiciate alla gola da Giampiero Blanco

L'efferato delitto è avvenuto mercoledì a Mascali, in provincia di Catania. "Non sei un buon padre" è la frase che avrebbe scatenato la follia omicida

Redazione
Antonio Raciti ucciso a forbiciate alla gola da Giampiero Blanco

Antonio Raciti ucciso a forbiciate alla gola da Giampiero Blanco. L’efferato delitto è avvenuto mercoledì a Mascali, in provincia di Catania. “Non sei un buon padre” è la frase che avrebbe scatenato la follia omicida.

La tranquilla vita cittadina di Mascali è stata tragicamente scossa da un evento sconvolgente: il brutale omicidio di Antonio Raciti, un uomo di 41 anni, ucciso con forbiciate alla gola.

Il responsabile del crimine è stato identificato come Giampiero Blanco, un vicino di casa di 48 anni, con il quale la vittima aveva avuto un acceso alterco.

La scintilla del conflitto sembra essere scaturita da una serie di frasi pungenti che Antonio Raciti avrebbe pronunciato riguardo alla figlia di Giampiero Blanco, accusandolo di essere un padre negligente.

Il contesto in cui si è consumata questa triste tragedia è la via principale di Mascali, la via Roma, che si è trasformata in un teatro di dolore mercoledì scorso, intorno alle 13.00.

L’esplosione della violenza

Durante questo fatale incontro, la tensione accumulata è esplosa, portando alla terribile conclusione. Secondo quanto è stato riferito dagli investigatori, la disputa non era nuova.

Il giorno precedente i due avevano già avuto un acceso litigio a causa di alcune osservazioni che Antonio Raciti aveva fatto a Giampiero riguardo alle frequentazioni di sua figlia, una giovane studentessa.

E così, quando si sono ritrovati nuovamente in strada durante l’ora di pranzo del mercoledì, il conflitto ha ripreso vigore portando ad un tragico epilogo.

L’accusa sostiene che l’assalitore, preso da un impeto di rabbia incontenibile, ha afferrato delle forbici di dimensioni moderate che aveva con sé in un marsupio e ha colpito ripetutamente il petto e il collo di Antonio.

La vittima è caduta a terra senza vita, lasciando dietro di sé un macabro scenario di sangue mentre il 48enne si allontanava dal luogo del crimine.

I soccorsi

Tutti si chiedono, ora, come sia possibile che un piccolo diverbio possa trasformarsi in una tragedia così drammatica. Alcuni passanti hanno allertato forze dell’ordine e soccorsi: carabinieri e dei medici del 118, si sono rapidamente precipitati sul luogo.

I sanitari hanno stabilizzato il 41enne e lo hanno trasportato con urgenza all’ospedale di Giarre. Sfortunatamente, nonostante un intervento chirurgico molto delicato, l’uomo non ce l’ha fatta ed è spirato nel pomeriggio a causa di una lesione all’arteria carotidea.

Nel frattempo, i militari erano già riusciti a identificare l’aggressore che aveva fatto ritorno a casa. Il 48enne è stato trovato dai carabinieri che indossava ancora una maglietta imbevuta di sangue.

Gli investigatori scientifici hanno effettuato perquisizioni nella sua abitazione e i militari hanno sequestrato le forbici che, secondo le sue stesse ammissioni, avrebbe utilizzato per compiere l’insensato gesto. L’uomo è stato arrestato e trasferito in carcere a Catania.

Il 48enne, già precedentemente denunciato per il possesso illegale di armi, è ora indagato per omicidio. La Procura di Catania ha ordinato il trasferimento del corpo della vittima presso l’obitorio del Policlinico di Catania per sottoporlo ad autopsia, che verrà eseguita oggi.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR