Arrestato il trapper Elia 17 Baby: in casa 1500 dosi di droga e armi

Redazione
Arrestato il trapper Elia 17 Baby: in casa 1500 dosi di droga e armi

Arrestato il trapper Elia 17 Baby: in casa 1500 dosi di droga e armi . Elia di Genova, classe 1996, conosciuto ai più come Elia 17 Baby, è stato arrestato venerdì dagli agenti del commissariato Villa Glori con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

A dare la notizia, Il Messaggero. Secondo quanto riportato dal quotidiano, il trapper non ha confermato l’avvenuto arresto, che sarebbe però stato convalidato dal giudice, che ha poi disposto gli arresti domiciliari.

Nell’abitazione del giovane sarebbero trovate oltre 1500 dosi di hashish, pronte per essere vendute. Per gli avvocati di Elia 17 Baby non è spaccio, ma detenzione per uso personale: in casa, infatti, non sono trovati strumenti per divisione dello stupefacente.

Per gli inquirenti il sospetto è che Di Genova “sia solito gestire un’attività di cessione di hashish ben organizzata e vanti contatti abituali con soggetti in grado di rifornirlo di ingenti quantitativi di sostanza”.

Arrestato trapper Elia 17 Baby per spaccio

I domiciliari sono disposti dal giudice perché ci sarebbe il rischio che Elia Di Genova possa ripetere il reato. All’interno dell’abitazione e della sua auto inoltre, sono trovati diversi coltelli con lame lunghe 20 centimetri, tutti sequestrati, oltre a una pistola scacciacani e duemila euro in contanti.

Le perquisizioni sono avvenute nella sua abitazione di via Frattina, dove i poliziotti hanno bussato venerdì mattina, ma anche in un’altra casa, dove abita il cugino, ma dove Elia Di Genova è residente.

Anche qui, sono trovate diverse dosi di hashish e mille euro in contanti (come nell’abitazione di via Frattina). Secondo l’accusa, l’hashish non era per uso personale, ma destinato a una vasta clientela.

Tre anni di reclusione per Damiano Genovese, ex consigliere della Lega ad Avellino

Tre anni di reclusione per Damiano Genovese, ex consigliere comunale della Lega ad Avellino e figlio dell’ex boss Amedeo. La condanna del tribunale di Avellino a tre anni di reclusione è per possesso di armi illegali e ricettazione.

Cadute, invece, le aggravanti del metodo mafioso e l’utilizzo dell’arma per favorire il clan. La vicenda iniziò il 22 settembre 2019, la notte in cui ci fu un attentato contro un imprenditore avellinese.

Il giorno dopo i carabinieri perquisirono casa di Damiano Genovese, trovando la pistola detenuta illegalmente e risultata rubata. Secondo la tesi della difesa di Genovese, quella pistola sarebbe presa solo per difendersi in caso di furti, che in quel periodo nelle abitazioni della zona erano frequenti.

Di tutt’altro avviso gli inquirenti, che ipotizzarono anche che l’uomo, come emerso da alcune intercettazioni, l’avrebbe usata per tutt’altri scopi. La tesi risultata vincente è stata però quella della difesa.

Con la caduta delle due aggravanti, potrebbe esserci una svolta anche nell’altra vicenda giudiziaria che vede coinvolto Damiano Genovese: associazione a delinquere di stampo mafioso e turbativa d’asta.

Secondo gli inquirenti, infatti, Damiano Genovese avrebbe fatto parte di un vasto sistema per “controllare” le aste giudiziari irpine. Accuse che portarono al suo arresto lo scorso anno, assieme ad altre persone, tutte accusate di far parte del vasto sistema emerso dalle indagini.

Damiano Genovese era eletto nel 2018 al consiglio comunale di Avellino, in quota Lega, per poi decadere dopo un anno, quando il sindaco è sfiduciato. Nel 2019 è escluso dalla corsa a sindaco del capoluogo irpino per irregolarità nella presentazione della sua lista.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR