Arrestato insegnante nel Novarese: diffondeva immagini pedopornografiche
Un insegnante di una scuola media di Novara è stato tratto in arresto, dagli agenti della Squadra Mobile di Novara con l’accusa di produzione di materiale pedopornografico, adescamento di minori e atti sessuali con minorenni.
Il fatto
L’uomo, agevolato nell’approccio con le minorenni dalla sua professione, riusciva a carpirne la buona fede convincendole a inviargli foto pornografiche. In un caso sarebbe riuscito a indurre un’adolescente ad avere un rapporto sessuale. Le segnalazioni sono arrivate da alcuni genitori, insospettiti dalle modalità di comportamento del professore, che poi si è scoperto avvicinare le vittime facendo leva sulle loro fragilità adolescenziali. Il materiale pedopornografico veniva poi scambiato attraverso siti specializzati. L’indagine è ancora in corso.
Le parole della Questura
Le presunte responsabilità dell’insegnante hanno indotto la questura a intervenire con utili consigli: “Gli utenti che si servono di internet hanno, meno di diciotto anni: molti adulti sono convinti che la navigazione in internet sia un’attività sicura e priva di insidie. Ma il controllo della cronologia delle ricerche, la verifica delle conversazioni sul telefono e sui vari gruppi ai quali i minori accedono, il posizionamento del computer all’interno di una stanza comune anziché in quella personale dei bambini, o raccomandare i minori nell’evitare di fornire informazioni personali nei siti web e conferire un limite di tempo da trascorrere davanti ad un computer, installare il cosiddetto ‘parental control’ sulla navigazione del web, sono solo alcune delle regole che andrebbero applicate per evitare che i ragazzi possano incorrere in pericoli che sono sempre dietro l’angolo.
Proseguono
Il mondo virtuale rappresenta per i giovani il riflesso di una dimensione nella quale tutto ciò che si desidera può essere ottenuto con estrema facilità, alle volte precorrendo persino i tempi. Tutto ciò, alle volte, è la conseguenza in chiave moderna di un ascolto negato o di un mancato dialogo all’interno dei luoghi ‘reali’: il dialogo con i genitori, il contatto umano sono una delle cose che non dovrebbero mai mancare e che possono arginare, in parte, questi fenomeni criminali”.