Aspiranti avvocati: Covid ha annullato l’esame di abilitazione

Redazione
Aspiranti avvocati: Covid ha annullato l’esame di abilitazione

Aspiranti avvocati: Covid ha annullato l’esame di abilitazione. I candidati avvocati che hanno partecipato alla sessione 2019 dell’esame di abilitazione non riusciranno ad ottenere l’accesso alla professione nel 2020. Lo sostengono i rappresentanti di alcune associazioni di praticanti avvocati, che denunciano lo stallo non risolto dal DL Rilancio.

I candidati della sessione d’esame del 2019 dovranno ripetere la prova scritta. L’esame scritto sostenuto a dicembre con tutta probabilità verrà annullato e si dovrà ripetere tra sei mesi. In altre parole, si rischia di aver perso un anno e non si sa ancora quando si potrà concludere l’esame di abilitazione.

Lo denunciano, in una nota, le dottoresse Claudia Majolo, Federica Torta, Carmen Savasta e i dottori Riccardo Prisciano e Stefano Bellodi, rappresentanti di alcune associazioni, come UPAvv e LIGAvv. Stanno organizzando una manifestazione in piazza per il prossimo 4 giugno, quando non ci saranno più i limiti attualmente imposti per il lockdown.

Proclamato lo stato di agitazione

Le associazioni hanno proclamato lo stato di agitazione, anche con sit-in presso le Corti di Appello sul territorio nazionale, in seguito alle misure introdotte dal decreto legge Rilancio, che dovrebbe disciplinare anche la ripresa delle correzioni degli esami.

Per le professioni di dottore agronomo e dottore forestale, agrotecnico, architetto, assistente sociale, attuario, biologo, chimico, geologo, geometra, ingegnere, perito agrario, perito industriale, psicologo, odontoiatra, farmacista, veterinario, tecnologo alimentare, dottore commercialista, esperto contabile e revisore legale “la disciplina ordinaria è derogata”, mentre gli aspiranti avvocati, spiegano i rappresentanti delle associazioni, “sosterranno la loro prova abilitativa in una sola modalità, ovvero, l’orale nel periodo di emergenza covid”.

“La bozza del testo dell’art. 240-quater del DL Rilancio – sostengono – non solo non raccoglie le preoccupazioni di molti aspiranti avvocati che hanno sostenuto la prova scritta nello scorso dicembre, ma non fa altro che investire le sottocommissioni di poteri discrezionali e oneri che non gli competono con una norma lacunosa e imprecisa. Ancora una volta il Governo ha deciso di non decidere, limitandosi ad utilizzare formule di stile e fantasia giuridica”.

La conseguenza è che “tutti gli aspiranti avvocati  d’Italia dovranno sostenere senza alcun dubbio nuovamente l’esame scritto”. (Fonte Fanpage)

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