Assalto al portavalori sull’Aurelia: in manette 11 uomini del commando
L'operazione di arresto è stata effettuata nella mattinata di oggi con il dispiegamento di oltre trecento carabinieri per portare a termine il maxi-blitz

Assalto al portavalori sull’Aurelia: in manette 11 uomini del commando. L’operazione di arresto è stata effettuata nella mattinata di oggi con il dispiegamento di oltre trecento carabinieri per portare a termine il maxi-blitz.
La banda che ha colpito un portavalori è stata finalmente arrestata. Un’operazione significativa dei Carabinieri ha condotto all’arresto di 11 persone coinvolte nell’assalto a un furgone portavalori a San Vincenzo, in provincia di Livorno.
Il crimine, avvenuto il 28 marzo 2025 lungo la statale Aurelia, ha fruttato circa 3 milioni di euro. All’alba di lunedì 19 maggio, nelle province di Nuoro, Pisa e Bologna, un’operazione congiunta, che ha visto la partecipazione di oltre 300 Carabinieri, ha portato all’arresto di 11 individui, tutti di origine sarda, di età tra i 33 e i 54 anni.
Arresti disposti dal Tribunale di Livorno
Gli arresti sono stati eseguiti su mandato del Gip del Tribunale di Livorno, su richiesta della Procura locale. L’operazione ha coinvolto reparti specializzati dell’Arma, come il ROS, il GIS, il 1° Reggimento Paracadutisti “Tuscania”, gli Squadroni Eliportati “Cacciatori” di Sardegna e Sicilia, insieme a elicotteri, unità cinofile e squadre SOS dei battaglioni “Toscana” e “Sardegna”.
Il furto è avvenuto il 28 marzo scorso, quando un gruppo armato, travestito, assaltò un furgone della ditta Battistolli in pieno giorno lungo l’Aurelia, una delle principali vie costiere della Toscana.
I rapinatori, tutti con accento sardo, agirono con una precisione quasi militare, usando veicoli rubati per bloccare la strada e armi da guerra per intimidire il personale.
Il bottino: circa 3 milioni di euro, rubati in pochi minuti sotto gli occhi stupiti dei passanti. Le indagini condotte dai Carabinieri di Livorno hanno rivelato che l’assalto è stato frutto di mesi di preparazione.
I sospettati avrebbero elaborato un piano dettagliato, curando la logistica, i movimenti e persino la creazione di falsi alibi per confondere le indagini.
Grazie a un lavoro investigativo preciso, è stato possibile smantellare l’intera rete dietro al crimine, anche se le indagini continuano per identificare eventuali complici e rintracciare i canali di ricettazione del denaro sottratto.