Assenteismo in Comune Reggio Calabria, condannati in 26

Redazione
Assenteismo in Comune Reggio Calabria, condannati in 26

Assenteismo in Comune Reggio Calabria, condannati in 26. Con la condanna di 26 dei 32 imputati si è concluso il processo “Torno Subito 2” nato da un’inchiesta della polizia sull’assenteismo nel Comune di Reggio Calabria.

Il giudice monocratico Andreina Mazzariello ha accolto in buona parte le richieste della Procura della Repubblica rappresentata dal Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri, e dall’aggiunto Gerardo Dominijanni.

Ai 26 dipendenti del Comune condannati sono inflitte pene varianti tra un anno e mezzo ed 8 mesi di reclusione.

Per due degli imputati assolti, Pasquale Bonocore e Antonino Branca, é usata la formula “perché il fatto non sussiste”.

Gli altri quattro, invece, sono assolti “per la particolare tenuità del fatto”.

Si tratta di Antonino Pino, Maurizio Delfino, Sebastiano Gullì e Pasqualina Scuncia.

Le indagini della Procura hanno rivelato che molti impiegati del Comune erano soliti attestare la propria presenza sul luogo di lavoro dal quale poi si allontanavano senza un giustificato motivo, procurandosi così un ingiusto profitto.

Smaltimento illecito rifiuti, Cc sequestrano canile

A San Pietro in Guarano, in provincia di Cosenza, é sequestrato un canile dai carabinieri forestali, dalle indagini dei quali sono emersi uno smaltimento illecito dei rifiuti e violazioni urbanistiche.

Due persone, il titolare dell’allevamento ed il proprietario del terreno sul era stata realizzata la struttura, sono denunciate a piede libero.

I militari hanno accertato che nell’area adibita alla detenzione dei cani erano presenti 32 box per il ricovero degli animali; e un manufatto usato come deposito.

All’interno dei box, dove erano presenti oltre 70 cani di varie razze regolarmente detenuti, vi erano canali di scolo per il convogliamento dei reflui; collegati tramite un lungo tubo ad una cisterna di raccolta.

Dai successivi accertamenti è emerso che le strutture utilizzate per il ricovero dei cani erano edificate in assenza dei necessari titoli autorizzativi.

Inoltre, per i reflui prodotti dall’attività di allevamento, presenti nella cisterna di raccolta, non vi era alcuna documentazione attestante il loro regolare smaltimento.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR