Assessore muore investito da un’auto

Redazione
Assessore muore investito da un’auto
L'ex assessore Cimino

Assessore muore investito da un’auto. Giuseppe Cimino, ex assessore comunale a Caltanissetta ed ex presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ato, di 73 anni, è morto dopo essere investito stamane da una Smart mentre camminava in via Paladini, a Caltanissetta.

L’ex assessore si è spento al reparto di rianimazione dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove era  trasferito dopo essere stato travolto dall’auto. Le condizioni dell’ex assessore Cimino erano apparse sin da subito gravissime. Nell’incidente ha riportato un’emorragia cerebrale e traumi al torace e al bacino.

Componente storico della Democrazia Cristiana, Giuseppe Cimino è stato assessore sia con il sindaco Michele Abbate (dal 1997 al 1999), sia con il sindaco Salvatore Messana.

In passato l’ex assessore Giuseppe Cimino aveva ricoperto anche la carica di presidente del consiglio di amministrazione dell’Ato Caltanissetta. Sul luogo dell’incidente sono intervenuti un’ambulanza del 118 e i vigili urbani che stanno tentando di ricostruire l’esatta dinamica di quanto è successo.

Il ricordo

Così ricordano l’ex assessore sul sito di informazione ilfatttonisseno.it: “Ha amato la politica Giuseppe Cimino, e ha amato la cultura giuridica e istituzionale che nella sua visione le dava sostanza ed efficacia, ed ha voluto impegnarsi nella sua vita per esprimere il suo contributo al governo della sua comunità, spesso studiando come pochi facevano per trovare soluzioni ai problemi.

Uomo di letture raffinate e di linguaggio ricercato, portava nel dibattito del Consiglio comunale parole impegnative e ragionamenti complessi. Non sempre compreso, non sempre popolare, spesso in situazioni scomode, difficili.

Come quando aveva fronteggiato una tumultuosa assemblea cittadina che seguiva il Consiglio Comunale al Palacannizzaro sul tema scottante delle super bollette della nettezza urbana, di fronte ad una folla inferocita sull’orlo del linciaggio ed i capipopolo populisti (oggi tutti uomini delle istituzioni) che sul piazzale bruciavano le bollette della spazzatura inneggiando alla rivolta.

Imperterrito, aveva snocciolato i dati della sua analisi contabile e aveva motivato i provvedimenti amministrativi pesanti e inevitabili, in una città, peraltro, in cui da sempre la metà degli utenti la nettezza urbana non l’aveva pagata mai, caricando sulla restante metà dei cittadini il peso delle spese di tutti”.

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