Auto precipita da un cavalcavia e finisce sui binari dell’alta velocità

Redazione
Auto precipita da un cavalcavia e finisce sui binari dell’alta velocità

Auto precipita da un cavalcavia e finisce sui binari dell’alta velocità. Un’auto è precipitata dal cavalcavia ed è finita sui binari dell’alta velocità tra Milano e Rogoredo. È successo ieri mercoledì 12 maggio attorno alle 19.50.

Un uomo di 48 anni ha perso il controllo, per motivi ancora tutti da accertarsi, della sua auto sfondando il guardrail in via Bruno Buozzi a San Donato Milanese, precipitando rovinosamente sulla linea dell’alta velocità ferroviaria.

Immediatamente sono stati allertati i soccorsi: sul posto i vigili del fuoco sono riusciti a estrarre vivo il conducente che ha ricevuto le prime cure grazie all’intervento anche di medici e paramedici.

Le sue condizioni sono apparse fin da subito molto gravi: disperato il trasferimento in codice rosso all’ospedale Humanitas di Rozzano dove è ancora ricoverato. Dai primi accertamenti risulterebbe che l’uomo si sia rotto una gamba a causa della caduta. Non si è esclude che sia fuori pericolo.

Deviato su altre linee il traffico ferroviario

Intanto le Forze dell’ordine sono al lavoro per cercare di ricostruire quanto accaduto: resta da capire se l’uomo sia precipitato a causa di una distrazione alla guida o per un malore che lo ha costretto a perdere il controllo dell’auto.

Bisognerà, adesso, attendere le prossime ore per capire quanto accaduto. Al lavoro per tutta la serata anche i dipendenti di Trenitalia che hanno provveduto a deviare e ripristinare il traffico ferroviario.

La società di trasporti ha deciso di attivare un percorso alternativo da Melegnano a Milano Rogoredo, con un maggior tempo di percorrenza, però, fino a 180 minuti. Altri treni invece sono ricondotti alla linea convenzionale da Parma a Milano, accumulando anche loro un ritardo di oltre un’ora.

Dopo qualche ora però la linea dell’alta velocità è ripristinata e il traffico è ripreso con normalità.

Scala: scintille Muti-Chailly dopo il concerto di ieri

Scintille la sera dell’11 maggio alla Scala fra l’ex direttore musicale del teatro Riccardo Muti, che ha concluso al Piermarini la mini tournée italiana con i Wiener Philharmoniker, e l’attuale direttore musicale Riccardo Chailly che ha assistito al concerto e poi è andato a salutare il suo predecessore nel camerino che, estrema ed inusuale cortesia, gli aveva ceduto.

All’arrivo di Chailly, prima ha sostenuto di non conoscerlo chiedendogli chi fosse e cosa ci facesse lì, e quando si è tolto la mascherina spiegando che era andato a complimentarsi per il bel concerto, lo ha invitato a levarsi di torno, con espressioni colorite.

Il maestro napoletano – che ha guidato la Scala dal 1986 fino al burrascoso addio nel 2005 – non deve avere apprezzato le polemiche perché il suo concerto con l’orchestra austriaca sarebbe stato il primo con il pubblico nel teatro dopo 200 giorni di restrizioni anticovid.

Per altro nel 75/o del concerto di Arturo Toscanini per la riapertura dopo la guerra e la ricostruzione. Polemiche zittite con la programmazione il giorno precedente di un concerto del coro e dell’orchestra della Scala diretto dal padrone di casa, ovvero Chailly.

Sul palco, alla fine dell’esibizione dei Wiener e prima del bis, Muti aveva sottolineato al pubblico che la data del concerto era solo “una coincidenza”; ricordando di aver eseguito lo stesso programma del concerto di Toscanini nel 1996 al 50/o anniversario; aggiungendo che è stato “non un vanto ma un orgoglio” farlo “in questa che resta la casa di Toscanini”.

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