Barbara Carron, 51 anni, morta di tumore. “Godetevi la vita…”

L'imprenditrice, nata a Asolo, era il punto di riferimento della sua azienda la Carron Costruzioni Generali Spa, di San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso

Redazione
Barbara Carron, 51 anni, morta di tumore. “Godetevi la vita…”

Barbara Carron, 51 anni, morta di tumore. “Godetevi la vita…”. L’imprenditrice, nata a Asolo, era il punto di riferimento della sua azienda la Carron Costruzioni Generali Spa, di San Zenone degli Ezzelini, in provincia di Treviso.

Barbara Carron, l’imprenditrice straordinaria e mentore nella costruzione di sogni, ha abbandonato questo mondo all’alba del 6 giugno, all’età di 51 anni. Dopo aver lottato coraggiosamente contro un sarcoma implacabile, la sua residenza si è trasferita nella Casa dei Gelsi, dove si è spenta.

La sua influenza è stata fondamentale nell’azienda Carron Costruzioni Generali Spa, insignita del titolo di leader nel campo delle costruzioni.

Nata ad Asolo, ha messo radici a Treviso e ha coltivato una stretta relazione con Padova, dove, fino al suo incontro fatale con la malattia, ha ricoperto la posizione di vicepresidente del club calcistico dal 2005 al 2013.

“Cogliete la gioia di cosa la vita vi offre!”

Appena qualche giorno fa, sui suoi profili social, ha condiviso un messaggio che rimarrà un testimone dei suoi valori incrollabili: “Cogliete con gioia ogni singola benedizione che la vita vi offre: non rimandate mai nulla.

Non presupponete di avere l’eternità a disposizione, poiché non è così. Sbagliamo a credere che tutto possa essere recuperato, che il tempo sia un dono abbondante.

Niente di più lontano dalla verità. Il tempo è un mistero e noi dobbiamo imparare ad apprezzarlo, perché tutto ciò che ci circonda è un dono, un miracolo offerto dalla Madre Terra.”

Dopo la sua scomparsa, la sorella ha condiviso nuovamente il messaggio che Barbara stessa aveva scritto cinque mesi prima della scoperta del ritorno della malattia. Nel messaggio si leggeva: «Quando ho scoperto di essere malata, è stato l’inizio di un viaggio.

Ho provato paura e ho scoperto una parte di me che non conoscevo. Nell’universo, tutto si toglie e tutto si restituisce. Credo che sia su questo equilibrio che si regga la Vita: dare e avere. Ho dato un senso a ciò che mi è successo e ho ricevuto tanto amore».

La sorella ha aggiunto: «Scrivo per mia sorella Barbara, lei ci teneva. Questo era il suo pensiero cinque mesi prima della sua ricaduta, che purtroppo ci ha portato via troppo presto la sua bellissima anima. Riposa in pace, Sister».

Il diario virtuale della malattia

Il “diario virtuale” della malattia. Sempre tramite i social media, affidava anche il suo percorso di guarigione a una sorta di diario virtuale, in cui raccontava in modo improvviso come si sentisse e la lotta che stava affrontando contro il cancro.

Il 22 maggio scorso, su Facebook, scriveva: “Ci sono molti farmaci che prendo e che mi sottopongono alla stanchezza, al sonno, perché la terapia del dolore è alquanto intensa“, si può leggere nel post.

“Vi chiedo pazienza, ma questa è una malattia, non un raffreddore. A volte sono io a sbagliare perché mi sento un po’ in colpa e vorrei fare di più. Abituo le persone alla mia presenza costante, e quando non riesco a mantenere il ritmo al quale le ho abituate, ne soffro“.

Il talcaggio è riuscito

Lo scorso 9 maggio, dopo un’esame, ha annotato: “Il talcaggio è riuscito. Nonostante alcuni inconvenienti tecnici, ce l’ho fatta alla fine. Ah, giusto, che cosa è? È la seconda parte della procedura per svuotare il polmone che si era riempito di liquido e mi faceva sentire una fame d’aria che non augurerei nemmeno al nemico.

Una complicazione del cancro. È così”. Dolori, ma anche piccoli attimi di “resurrezione” nel percorso di lotta contro la malattia: “Non avrei mai immaginato che i miei capelli ricrescessero così folti e ricci – ha scritto il primo maggio sempre su Facebook.

Sono stata assente per un po’, con qualche piccolo problema. Piccolo o grande, perché nella lotta contro il cancro, un piccolo problema trascurato può diventare grande”. Ogni post è accompagnato da una foto, spesso con un sorriso. Perché, come tutti ricordano, fino all’ultimo, il sorriso di Barbara non si è mai spento.

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