Berlusconi: “Rinunciare al Mes sarebbe un errore clamoroso” e il centro-destra si spacca

Redazione
Berlusconi: “Rinunciare al Mes sarebbe un errore clamoroso” e il centro-destra si spacca

Berlusconi: “Rinunciare al Mes sarebbe un errore clamoroso” e il centro-destra si spacca. “Per il futuro ci vorrà davvero un governo rappresentativo degli italiani. Ma adesso ci interessa di più aiutare Conte a non commettere gli errori che sta facendo, per esempio, sul Mes. L’errore sul Mes sarebbe quello, clamoroso, di dire all’Europa faremo da soli”: così Silvio Berlusconi interviene nel dibattito sul Mes.

Silvio Berlusconi interviene nelle polemiche sul Meccanismo europeo di stabilità: “Per il futuro ci vorrà davvero un governo rappresentativo degli italiani. Ma adesso ci interessa di più aiutare Conte a non commettere gli errori che sta facendo, per esempio, sul Mes. L’errore sul Mes sarebbe quello, clamoroso, di dire all’Europa faremo da soli”, ha detto il leader di Forza Italia in collegamento a diMartedì su La7, sottolineando che si tratterebbe di uno sbaglio che costerebbe all’Italia “36 miliardi di euro che potremmo ottenere senza condizioni per consolidare il nostro sistema sanitario”.

Una posizione, quella del Cavaliere, sostenuta anche dai capigruppo del Partito democratico a Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci, secondo cui il Fondo Salva-Stati rappresenta effettivamente un sostegno importante durante la crisi economica innescata dalla pandemia. “Credo che tutti gli strumenti a disposizione, se sono senza condizionalità, debbano essere usati. Magari in futuro se non servono subito”, ha detto Delrio.

Mentre Marcucci ha puntato il dito contro il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, che aveva affermato di non voler utilizzare il Mes: “Misiani dice che non vi faremo ricorso? Andiamoci piano con le conclusioni. Non capirei le ragioni di un rifiuto a priori di 36 miliardi per la nostra sanità determinati da un Mes senza condizioni, completamente diverso da quello votato nel 2012”, ha precisato il capogruppo dem a Palazzo Madama.

Il numero due del Mef, rigettando il Fondo Salva-Stati, aveva preferito suggerire, come possibili risposte all’emergenza, la cassa integrazione europea, gli strumenti della Banca d’investimenti Ue, e l’allentamento delle regole sugli aiuti di Stato. Il viceministro, un altro esponente del Pd, aveva quindi preferito attenersi alla linea segnata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Posizione rimarcata anche dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ex capo politico del Movimento Cinque Stelle: “C’è una trattativa in corso. Uso le parole di Conte: il Mes è uno strumento antiquato. Forse è arrivato il momento di un mea culpa europeo perché l’austerity ha provocato tagli sulla spesa pubblica e questo ha indebolito la sanità pubblica”.

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