Boccia sulla questione Natale: “Serve un lockdown generale”

Redazione
Boccia sulla questione Natale: “Serve un lockdown generale”

Boccia sulla questione Natale: “Serve un lockdown generale”. Ci risiamo: l’ombra di un nuovo lockdown torna a manifestarsi sul nostro Paese. Dopo aver scongiurato il “dentro tutti” nel mese di settembre e ottobre. Ora pare che il governo stia pensando a una serie di misure molto severe in occasione delle festività di fine anno.

Ma c’è chi si spinge oltre e suggerisce all’esecutivo giallorosso di seguire la linea della cancelliera tedesca Angela Merkel. Che, per contrastare la diffusione del Coronavirus, ha intrapreso la strada del lockdown generale.

“È una scelta che personalmente condivido. Dobbiamo dirci fino in fondo se la pausa natalizia deve servirci a mettere in sicurezza il Paese o se deve essere guidata solo dalla volontà di favorire il business”.

A parlare è Francesco Boccia, che non ha perso tempo per minacciare norme più rigide che colpiranno le libertà degli italiani durante il periodo di Natale.

Si è detto contrario agli spostamenti tra Comuni, aprendo magari a una deroga per i piccolissimi territori e i borghi confinanti.

“Ma allargare i confini comunali a tutta la provincia, come chiede la destra, sarebbe un errore. I cittadini lo prenderebbero come un liberi tutti”.

Si sta infatti pensando di fare un’eccezione il 25 dicembre, il 26 dicembre e il primo gennaio. Chi abita in città con meno di 5mila abitanti potrebbe spostarsi anche al di fuori del proprio Comune, seppur restando entro i 30 chilometri.

“In alcune strade ci sono assembramenti intollerabili, mentre dovremmo sentire ogni giorno dentro di noi il lutto nazionale”, ha tuonato il ministro per gli Affari regionali. Che ha invitato i cittadini a fare un giro negli ospedali per comprendere la reale situazione sanitaria. “Le foto degli assembramenti mostrano scene ingiustificabili, irrazionali, irresponsabili”.

Prosegue Boccia

Nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’esponente del Partito democratico ha definito “semplicistica” la divisione tra aperturisti e rigoristi.

“Dobbiamo metterci in testa che quando c’è un’epidemia e non c’è un farmaco, bisogna evitare gli spostamenti. Non lo dico io, ma la scienza. Noi del Pd come ha ribadito Zingaretti vogliamo misure più restrittive, altro che apertura”.

Durante il vertice d’urgenza chiesto ieri dai dem e convocato dal premier Giuseppe Conte con i capidelegazione si è deciso di convocare per oggi il Comitato tecnico-scientifico. Per poter decidere, insieme al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, nuove misure anti-assembramento.

Boccia era finito nella bufera per aver proposto di anticipare di due ore la nascita di Gesù. Nonostante tutto non ha fatto un passo indietro e ha confermato la sua posizione.

Ha specificato che la sua intenzione era quella di “fermare negazionisti e parte della destra” che avevano chiesto l’apertura dei ristoranti fino a mezzanotte. “Tanti parlano del Natale pensando al business. Non è un caso che la Chiesa e il Papa abbiano dato una lezione a tutti, adattando alle regole gli orari delle messe”, ha aggiunto.

E infine si è improvvisato pure sacerdote: “Ho letto che in questo Natale dovremmo farci guidare più dallo Spirito Santo che dalle apparenze, concordo”. Fonte IlGiornale

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