Detenuta si toglie la vita nel carcere di Dozza
La detenuta si è suicidata durante la visita al carcere del cardinale Zuppi. La detenuta ha lasciato un biglietto d'addio
Detenuta si toglie la vita nel carcere di Dozza. La detenuta si è suicidata durante la visita al carcere del cardinale Zuppi. La detenuta ha lasciato un biglietto d’addio.
Una detenuta di 55 anni, slovacca, si è tolta la vita oggi pomeriggio nel carcere della Dozza a Bologna. La tragica fatalità ha avuto luogo durante la visita del cardinale Matteo Zuppi, il quale mette in guardia sull’urgente necessità di risolvere il problema della detenzione nelle carceri.
Il suicidio, avvenuto attraverso l’inalazione di gas da una bomboletta destinata ai detenuti, solleva interrogativi sulle condizioni delle detenute e sulla situazione di sovraffollamento e mancanza di speranza nel sistema penitenziario italiano.
Le parole del cardinale Zuppi
Il cardinale Matteo Zuppi mette in guardia sulla necessità urgente di risolvere il problema della detenzione nelle carceri, dopo il tragico suicidio di una detenuta slovacca nel carcere della Dozza.
In un momento in cui il cardinale si trovava in visita, questa triste fatalità evidenzia la gravità della situazione. L’arcivescovo richiama le parole del presidente Sergio Mattarella, che ha definito inaccettabile la media di un suicidio ogni tre giorni nelle carceri italiane.
Zuppi sottolinea l’importanza di un sistema penitenziario che offra giustizia, assistenza sanitaria, rieducazione e umanità per restituire alla pena la sua funzione di ricostruzione di una nuova vita.
Le circostanze del suicidio
La detenuta slovacca di 55 anni si è tolta la vita nel carcere della Dozza in circostanze tragiche. Utilizzando una bomboletta a gas fornita ai detenuti per cucinare e riscaldare cibi e bevande, la donna ha inalato il gas.
Non sembra trattarsi di un incidente durante una ‘sniffata’ di gas per scopi allucinogeni, poiché ha lasciato un biglietto d’addio. Questo episodio sottolinea l’urgenza di intervenire per migliorare le condizioni delle detenute nelle carceri italiane.
È necessario un approccio che comprenda giustizia, assistenza sanitaria, rieducazione e umanità per restituire alla pena la sua funzione di ricostruzione di una nuova vita.
Il sovraffollamento e la mancanza di speranza
Il sovraffollamento e la mancanza di speranza rappresentano due sfide cruciali che devono essere affrontate nel sistema penitenziario italiano.
La tragica fatalità del suicidio di una detenuta nella Dozza, unita ai 28 suicidi avvenuti quest’anno, evidenzia l’urgenza di risolvere il problema della detenzione nelle carceri.
Il sovraffollamento, come nel caso della Dozza con 850 detenuti rispetto alla capacità di 500, crea condizioni insostenibili che compromettono la sicurezza e il benessere dei detenuti.
Inoltre, la mancanza di speranza è un fattore determinante per i tragici episodi di autolesionismo. È fondamentale che giustizia, assistenza sanitaria, rieducazione e umanità si incontrino per ripristinare la funzione della pena come possibilità di costruire una nuova vita.
Raffaele De Filippis