Calabrone killer: 42enne muore in ospedale

Redazione
Calabrone killer: 42enne muore in ospedale
Foto repertorio

Calabrone killer: 42enne muore in ospedale. Dramma a Voghera in provincia di Pavia, dove un uomo di 42 anni è morto dopo essere stato punto da un calabrone.

La tragedia

L’uomo, di professione magazziniere, si trovava nel giardino del proprio cascinale quando è stato punto dal calabrone.  E’ quanto ha riferito lo stesso 42enne ai familiari dopo essere rientrato di corsa in casa con l’intento, forse, di andare a disinfettarsi. Ma dopo pochi minuti ha accusato un malore.

Il decesso in ospedale

Allertati i soccorsi, il 42enne è stato rianimato per oltre 30 minuti dal personale medico giunto sul posto, poi il trasferimento d’urgenza in ospedale a Voghera, subito dopo però si è sentito male ed è stato trovato svenuto sul pavimento del bagno. Dopo ne è stata  dichiarata la morte.

Sulla salma dell’uomo sono stati disposti accertamenti al fine di stabilire la causa della morte: gli esami saranno eseguiti nella giornata di lunedì. L’ipotesi più probabile al momento è quella di uno choc anafilattico.

Bambino di 11 anni si taglia un dito mentre puliva i funghi

Si era tagliato un dito mentre puliva i funghi, ma i medici glielo hanno reimpiantato. E’ un intervento quasi miracoloso quello effettuato all’ospedale Gaslini di Genova, dove il bimbo era trasferito con elisoccorso intorno alle 15 di ieri.

Al bambino è amputato il terzo dito della mano sinistra dopo trauma da coltello, spiega la direzione sanitaria del Gaslini. Constatata in pronto soccorso la possibilità di tentare un reimpianto del dito, è attivata la sala operatoria

E alle 19 è iniziato l’intervento eseguito dall’equipe di Chirurgia Ricostruttiva e della Mano, composta dal responsabile dr. Nunzio Catena, dalla dr.ssa Chiara Arrigoni e dal medico in formazione dr.ssa Annalaura Domenicano, con il supporto del team anestesiologico dell’Istituto ed il team infermieristico delle sale del blocco chirurgico.

«Abbiamo ricostruito le strutture scheletriche e tendinee e riconnesso i piccoli vasi e nervi, il cui calibro era inferiore ad 1 mm, che garantiscono l’afflusso di sangue e la sensibilità al polpastrello. Al termine dell’intervento, durato circa 4 ore e mezzo, il dito aveva ripreso la sua vascolarizzazione.

L’unità di Chirurgia Ricostruttiva e della Mano è specializzata nel trattamento delle patologie della mano e dell’arto superiore spesso avvalendosi, come nel caso del bimbo in questione, delle più moderne tecniche microchirurgia ricostruttiva con uso di microscopio operatorio e strumentario dedicato» ha spiegato Catena.

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