Capodanno, dall’Australia a Bali è già 2020, ma a Hong Kong è protesta
Capodanno, dall’Australia a Bali è già 2020, ma a Hong Kong è protesta. In Nuova Zelanda e Australia è già il 2020: via ai festeggiamenti di Capodanno con fuochi d’artificio sulla torre di Auckland e sull’Opera House di Sydney.
I primi del mondo a celebrare il nuovo anno sono però stati gli abitanti delle isole tropicali di Samoa e Kiribati. Trovandosi a occidente della Linea internazionale del cambio di data che attraversa l’Oceano Pacifico.
Nuovo anno iniziato tra le proteste anche a Hong Kong, dove il capo esecutivo della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong, Carrie Lam.
E alcuni dei principali funzionari del governo di Hong Kong hanno presentato oggi una risoluzione per l’anno nuovo. «Cominciamo il 2020 con una nuova risoluzione, per ripristinare l’ordine e l’armonia nella società.
Così possiamo ricominciare insieme», ha dichiarato Lam in un video pubblicato sul sito web del governo mentre i manifestanti stanno marciando vicino al porto.
Non si fermano i femminicidi. Quattro nuovi casi in poche ore
Dopo quello di Mazara del Vallo, nel Trapanese, dove un uomo ha massacrato di botte per tre giorni la moglie fino ad ucciderla. Arrivano le notizie di altri quattro casi di femminicidio. Due ancora in Sicilia, uno in Alto Adige e uno in Liguria. In tutti, i principali sospettati sono i compagni o i mariti delle vittime.
In Sicilia
A Mussomeli, un uomo ha sparato alla donna, più grande di lui di vent’anni, con la quale aveva avuto una breve relazione. Perché non voleva rassegnarsi alla fine della storia, prima di uccidere anche la figlia di lei e suicidarsi. L’omicida è Michele Noto, 27 anni. Le due vittime sono Rosalia Mifsud, di 48 anni, e la figlia di lei Monica Di Liberto, di 27.
In Alto Adige
Gli inquirenti hanno fatto luce sul caso di Fatima Zeeshan, 28enne pakistana incinta all’ottavo mese, trovata morta ieri in un appartamento a Versciaco. Con lei, è morto anche il bimbo che portava in grembo. Dopo una notte in caserma, è stato disposto il fermo del marito, Mustafa Zeeshan, di dieci anni più grande di lei.
E’ stato lui a chiamare i soccorsi, ma solo molte ore dopo la morte della moglie. Giovedì mattina l’uomo non si era presentato al lavoro e i colleghi si erano preoccupati. Al telefono aveva raccontato che sua moglie era morta.
E alcuni colleghi si erano precipitati sul posto, dove nel frattempo era arrivata anche un’ambulanza. Ma Fatima era già morta da molte ore. Il medico ha poi stabilito la morte violenta.
A Genova
Nel quartiere di Marassi, in via Furlani, una donna è stata uccisa con un coltello da un uomo che, secondo i primi riscontri, sarebbe l’ex marito. L’uomo ha poi tentato il suicidio. La donna si trovava in un appartamento in cui lavorava come colf.
A trovarla morta, accanto a un uomo ferito, è il datore di lavoro. Sul posto sono poi intervenuti i medici del 118, che hanno trasferito l’uomo in codice rosso all’ospedale San Martino. E la polizia che lo ha messo in stato di fermo per omicidio.
Da segnalare, infine, anche il caso di Speranza Ponti
La 50enne originaria di Uri scomparsa da metà dicembre, il cui corpo è stato ritrovato dai carabinieri della compagnia di Alghero nell’area residenziale che comprende il Resort Vista Blu.
Una vasta zona di lussuose villette a schiera adeguate a esigenze ricettive a Monte Carru, l’area delle campagne di Carrabufas più vicina al centro abitato. Il mese scorso la donna, la cui disponibilità economica era aumentata di recente grazie a un’operazione immobiliare, era svanita nel nulla.
I familiari, preoccupati per il prolungato silenzio, si erano rivolti ai carabinieri. L’indicazione del luogo del ritrovamento è arrivata dall’interrogatorio del fidanzato della donna, M. F., 53 anni.
Ora in stato di fermo nel carcere di Bancali, a Sassari. Sentito alla presenza del suo legale, Daniele Solians, Farci ha respinto ogni responsabilità.