Carabiniere si toglie la vita il giorno prima del matrimonio

Redazione
Carabiniere si toglie la vita il giorno prima del matrimonio
Immagine repertorio

Carabiniere si toglie la vita il giorno prima del matrimonio, era un sannita. Un gesto estremo il giorno prima del matrimonio. Ciro Di Pietro era originario del Telesino e precisamente di Cerreto Sannita.

In servizio da anni nell’Appennino reggiano, si è tolto la vita nella sua abitazione di Casina, il giorno prima di un evento così bello e grande. Il carabiniere aveva 35 anni e domenica avrebbe dovuto convolare a nozze con Chiara Saccomanno, la compagna con cui scambiarsi il fatidico sì domenica.

Ma, purtroppo, sabato ha deciso di farla finita. L’uomo è trovato agonizzante nella sua abitazione proprio dalla fidanzata che ha chiamato immediatamente i soccorsi.

Purtroppo per Ciro Di Pietro non c’è stato nulla da fare. Casina sgomenta per un gesto che non ha un motivo apparente, per un carabiniere benvoluto da tutti, che era pronto a fare il passo che gli avrebbe cambiato la vita.

E resta sgomenta e inorridita anche la piccola comunità di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, che perde, senza avere una spiegazione plausibile, un suo figlio.

Valle Caudina: muore a 52 anni per un bypass gastrico, indagati due medici del Fatebenefratelli

Era morta a soli 52 anni. Madre di tre figli e già nonna era spirata lo scorso otto febbraio all’ospedale Fucito di Mercato San Severino. Si era rivolto a quell’ospedale dopo i problemi sorti a seguito di un intervento di bypass gastrico che aveva effettuato presso l’ospedale Fatebenefratelli di Benevento.

Donna di Sant’Agata dei Goti

Si tratta di una donna di Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento. Purtroppo, la sua situazione era poi precipitata, fino al momento in cui la sua esistenza è terminata.

I familiari, rappresentati dagli avvocati Gaetano Piccoli e Pietro Farina, avevano presentato una denuncia ai carabinieri, innescando una indagine che aveva inizialmente coinvolto, come atto dovuto, venti medici.

L’inchiesta è portata avanti dalla Procura di Nocera Inferiore che ora l’ha conclusa, chiamando in causa, per presunte imperizia, imprudenza e negligenza, due medici dell’ospedale di viale Principe di Napoli.

I sanitari sono difesi dagli avvocati Adele Granata e Claudio Barbato, hanno adesso venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie, poi il Pm procederà alle eventuali richieste di rinvio a giudizio.

Tre interventi

La 52enne si era ricoverata nel settembre del 2020 al Fatebenefratelli, dove era sottoposta, come detto, ad un intervento di bypass gastrico. Lo aveva dovuto fare a causa del peso eccessivo del corpo. Dopo il primo, il mese successivo, ne avevano eseguiti altri due, sempre nella stessa struttura.

Tornata a casa, le sue condizioni non erano migliorate, al punto da costringerla anche a rivolgersi al presidio di Sant’Agata dei Goti e, infine, all’ospedale  di Mercato San Severino, che le era consigliato come centro specializzato.

A distanza di una dozzina di giorni dal momento in cui vi era entrata, le era stata praticata un’ulteriore operazione, evidentemente ritenuta indispensabile dopo quelle già subite a Benevento. Ora potrebbe essere il processo a stabilire come sono andate le cose.

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