Caro bollette: 41 giorni poi il distacco

Redazione
Caro bollette: 41 giorni poi il distacco
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Caro bollette: 41 giorni poi il distacco. I fornitori di gas ed energia elettrica puntano alla sostanza, con la messa in mora dei ritardatari e con il distacco a partire dal 41esimo giorno seguente la scadenza delle bollette.

I fornitori, così, mettono al bando i solleciti di pagamento uscendo dai metodi di recupero del dovuto. Questo trattamento è riservato sia alle famiglie sia ai condomini, senza troppe distinzioni.

Le associazioni di consumatori, intanto, denunciano un’impennata delle richieste di aiuto provenienti da tutto il Paese e paventano un quadro preoccupante, parlando di un picco dei distacchi a cavallo tra i mesi di gennaio e febbraio, in corrispondenza dei mesi più freddi e durante i quali il gas assume un’importanza ancora più marcata.

Il rispetto del contratto

Dal punto di vista giuridico la messa in mora è uno strumento con il quale si intima alla controparte di rispettare un contratto, pena la risoluzione del contratto stesso. Nel caso specifico, i fornitori di energie intendono saltare a piè pari sia la fase di sollecito di pagamento sia quella dell’eventuale depotenziamento della rete.

Fino ad attendere il 41esimo giorno dalla scadenza della bolletta insoluta, per poi procedere all’interruzione delle forniture che può essere operata direttamente dal distributore senza l’invio di tecnici.

Il nuovo algoritmo diventa quindi “bollette più care” e “tempi ristretti per pagarle”. Le associazioni di consumatori hanno indetto un incontro per oggi 18 ottobre 2022 con l’intento di formulare richieste da rivolgere al governo al fine di scongiurare quella che si prospetta essere una vera emergenza.

Non si tiene conto delle esigenze del cliente

Benché abbia una logica che gli operatori del comparto energetico tendano a tutelare i propri interessi, occorre sottolineare che il commercio prevede, anche laddove non esistono regole scritte, una maggiore tutela dei clienti.

Ci sono altri episodi che inducono a interrogarsi sulla correttezza delle politiche dei fornitori di energie. Uno di questi è riportato da la Nazione, raccontando di una piccola impresa a cui il proprio gestore ha disdetto il contratto di fornitura.

Nonostante la questione amministrativo-contabile fosse regolare. Aziende che sono costrette, nel peggiore dei casi, a ricorrere al mercato di salvaguardia sul quale, di norma, sono applicate tariffe più alte.

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