Castel di Lama: muore annegato in un tombino

Redazione
Castel di Lama: muore annegato in un tombino

Castel di Lama: muore annegato in un tombino. Tragico evento ieri pomeriggio. Un uomo di 83 anni è morto dopo essere caduto in un tombino nella sua proprietà nel Comune di Castel di Lama in provincia di Ascoli Piceno.

E’ rimasto incastrato, annegando nella poca acqua che vi era contenuta. L’anziano stava ispezionando il pozzetto, visionando l’interno a testa in giù.

Anziano morto annegato nel tombino in provincia di Ascoli Piceno

Potrebbe aver perso il controllo della situazione, rimando incastrato. Quando si sono accorti dell’accaduto i familiari hanno dato l’allarme. Sul posto del dramma sono intervenuti i vigili del fuoco e i sanitari del 118 che hanno cercato di rianimarlo, ma senza successo.

Panico sul treno, quattro ragazzi irrompono nella cabina di guida ferendo la capotreno

Ancora violenza sui treni. L’ennesimo episodio sulla tratta Milano-Rimini che non ha risparmiato la festività di Ognissanti. Una vicenda che ha visto coinvolti quattro ragazzi in stato di agitazione che hanno seminato il panico e picchiato la capotreno, il tutto mentre riprendevano con gli smartphone l’aggressione.

La ricostruzione

Tutto è iniziato dalla stazione di Milano Lambrate. La capotreno, durante i controlli nella parte in testa al treno, ha notato quattro ragazzi con il biglietto del bus, non valido per un interregionale. “Scendiamo a Rogoredo”, la giustificazione fornita dai giovani.

E, in effetti, per non destare sospetti i quattro sono scesi a Milano Rogoredo, facendosi notare dalla capotreno. Ma subito dopo sono montati di nuovo del treno. Al successivo controllo, la donna ha notato i ragazzi che, scoperti, hanno iniziato a nascondersi e fuggire per i vagoni. Ma questo è stato solo l’inizio di un incubo della donna in servizio.

La chiamata alla polizia

“Biglietti, prego” è stata la richiesta che la capotreno ha fatto, nuovamente, ai ragazzi una volta intercettati. I quattro hanno dichiarato di non avere nemmeno i soldi per essere regolarizzati e, quindi, la donna si è vista costretta a chiamare la polizia ferroviaria, per far sì che aspettassero i giovani alla stazione di Piacenza.

Nel frattempo, i giovani hanno tentato la fuga, spingendo con forza e colpendo al seno la donna, ingaggiando una colluttazione con la capotreno che cercava di difendersi. E, una volta giunti a Piacenza, l’ennesima beffa.

La finta fuga

Giunti a Piacenza i ragazzi sono scesi, fuggendo nel sottopasso. Pensando che fossero scappati definitivamente, l’ufficiale ha annullato l’intervento della Polfer dando il segnale per la ripartenza del treno.

Ma la sorpresa è giunta poco prima di Reggio Emilia, quando la capotreno era momentaneamente appoggiata in cabina di guida per mettere il ghiaccio sul seno dolorante quando i quattro giovani sono riapparsi.

I ragazzi hanno tentato di entrare in cabina di guida, mentre il treno era in corsa. Mentre uno dei quattro spingeva la porta, gli altri riprendevano con lo smartphone inquadrando anche la capotreno e la macchinista intente a evitare che potessero entrare.

La manovra d’emergenza

La macchinista, vista la situazione pericolosa, ha ridotto la velocità a 30 Km/h mentre la capotreno si è opposta con tutte le sue forze all’apertura della porta. Situazione caotica e ad alto rischio: mentre i quattro cercavano di entrare le due donne si mettevano in contatto con le forze dell’ordine.

Hanno fatto irruzione sul treno, una volta giunti a Reggio Emilia. Dieci minuti di vera e propria paura. E nonostante l’intervento, i giovani sono riusciti a scappare continuando a filmare con i loro telefonini l’episodio violento. Per la capotreno, alla fine, la prognosi è stata di otto giorni e la denuncia è arrivata dal sindacato.

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