Chioggia: Alessandro Nordio, 54 anni, trovato morto in casa

Redazione
Chioggia: Alessandro Nordio, 54 anni, trovato morto in casa

Chioggia: Alessandro Nordio, 54 anni, trovato morto in casa. Si allunga ancora la sfortunata e tragica sequenza degli uomini single di Chioggia trovati morti in casa.

Presumibilmente nella notte tra mercoledì e giovedì è mancato anche Alessandro Nordio, 54 anni (ne avrebbe compiuti 55 il prossimo 22 aprile). Viveva da solo in un appartamento a Borgo san Giovanni e, a sospettare che gli fosse capitato qualcosa, sono i colleghi della cooperativa sociale in cui lavorava da qualche tempo.

Non lo avevano visto arrivare la mattina di giovedì e, così, lo avevano cercato al telefono, senza ricevere risposta. A quel punto hanno avvertito i parenti e uno dei fratelli si è recato a casa sua, trovandolo privo di vita, probabilmente a seguito di un malore che l’aveva colpito durante la notte.

Il mistero si infittisce

Una sequenza di avvenimenti che si era già verificata altre 4 volte nell’ultimo mese: Sandro Schiavon, Massimo Bonaldo, Alfredo Giulio e Antonello Chiereghin hanno iniziato e continuato la lista che ha avuto in Alessandro Nordio il quinto tragico epilogo.

In tutti i casi si è trattato di persone che abitavano da sole e che non hanno avuto nell’immediatezza dei fatti, la possibilità di chiedere aiuto. Nella grande maggioranza, poi, si è trattato di persone relativamente giovani, di età compresa tra i 54 e i 62 anni, ad eccezione di Alfredo Giulio che, di anni, ne aveva 78.

Alcuni di loro abitavano nello stesso quartiere (Giulio e Nordio a Borgo San Giovanni) o, addirittura, in condominio (Bonaldo e Chiereghin al Piperno) e avevano pure lavorato insieme (Nordio e Bonaldo in una agenzia di recapito).

Ma tutto questo è abbastanza normale in una “piccola” città come Chioggia, nella città metropolitana di Venezia. Ci si potrebbe chiedere, se le condizioni di vita, anche in termini di relazioni sociali, possano aver influito sui loro destini ma è difficile da capire.

Pur nella diversità individuale, quasi tutti sembrano essere stati inseriti in una rete di rapporti e frequentazioni da non poterli definire “soli” in assoluto. “Ma – ha detto l’assessore al Sociale, Sandro Marangon – chi conosce situazioni a rischio ce le segnali. Possiamo intervenire in molti modi e, in certi casi, anche un piccolo aiuto, un incoraggiamento può servire”.

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