Claudio Baglioni, il retroscena: “Paralizzato per mesi”

Redazione
Claudio Baglioni, il retroscena: “Paralizzato per mesi”

Claudio Baglioni, il retroscena: “Paralizzato per mesi”. Il cantautore ha parlato del blocco artistico. “E’ venuto a mancare il 100% del lavoro”. “Paralizzato” è il termine che Claudio Baglioni utilizza per descrivere la sua vita artistica durante il lockdown.

Ho bisogno di stare da solo, anche per compensare i momenti in cui si sta in mezzo a tanta gente. Quindi questa chiusura non mi ha pesato”. Dall’altro lato della medaglia, e quindi da un punto di vista artistico, la pandemia ha bloccato la creatività:

“Chiaramente dal punto di vista dei concerti mi sono fermato ma anche dal punto di vista della composizione mi sono paralizzato. Sono stato fermo 3-4 mesi senza fare niente. Ho pensato che non avrei finito nemmeno questo disco.Poi invece ho ricominciato a lavorarci e l’abbiamo portato a termine”,

Come lui, tanti nel mondo dello spettacolo. Un settore fortemente penalizzato dalla pandemia: “Siamo rimasti tutti appiedati in questa situazione. Conosco le storie personali di molti che lavorano in questo settore, tante maestranze che sono in difficoltà. Io non ho ricette, anche firmare appelli

ai governi perché aiutino il mondo dello spettacolo è un’iniziativa importante ma non risolutiva. Credo che dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare di provvedere anche personalmente. Io e alcuni miei colleghi lo abbiamo fatto. Perché bisogna tenere presente che è venuto a mancare il 100% del lavoro”.

Dato che per un ritorno alla normalità bisognerà attendere ancora (e perlomeno) dei mesi, Baglioni ha suggerito si augura che “oltre ai sostegni di tipo economico, bisogna cercare anche nuove forme di sostegno al mondo della musica, come trovare una forma accattivante per i concerti a distanza.

Che non sono la stessa cosa dei live, ma in questo periodo dobbiamo capire che altre forme sono possibili. Non sono d’accordo con chi dice che i concerti non si possano fare in streaming, in tv o a distanza, occorre invece trovare una formula accattivante.

E’ chiaro che non sia la stessa cosa, specie da punto dell’acustica, basti pensare che il prossimo concerto dal vivo che faro’ avrà oltre 100 orchestrali. Se riuscissimo a creare forme nuove di lettura dei concerti potremmo farcela, creare interazione”. Leggi anche qui 

“Rimboccarsi le maniche e cercare di provvedere anche personalmente”, continua l’ex direttore artistico di San Remo. “Alcuni miei colleghi ed io lo abbiamo fatto con sottoscrizioni personali che sono private e non c’è bisogno di elencarle. Bisogna creare fondi di sostegno fino a che questa situazione non si muoverà”.

Quella attuale è una situazione talmente straordinaria che “sarebbe una bestemmia” non trarre insegnamenti. “Bisogna prendere il meglio di quello che questa situazione ci sta insegnando:

occorre rivedere, ripensare, correggere. Non mi aspetto un mondo tutto nuovo ma l’idea di rifare tutto proprio com’era prima mi preoccupa”, conclude il cantante. HP

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