Coldiretti e Aprol Campania, sì al distretto dell’olio evo campano
Presentata ieri da Coldiretti e Aprol Campania la proposta per la nascita di un Distretto dell’Olio Extravergine Campano. L’occasione è stata la riunione presso l’Assessorato Regionale all’Agricoltura del comitato promotore per l’IGP dell’olio Campano. Cogliendo il processo positivo in corso, la federazione regionale della Coldiretti e la principale organizzazione di produttori olivicoli hanno avanzato due ipotesi operative per mettere a sistema il progetto di rilancio del comparto. Il consigliere all’Agricoltura Nicola Caputo ha accolto favorevolmente entrambe, anticipando l’impegno per un’iniziativa in breve tempo.
Tavolo Olivicolo Regionale
La prima è di dare vita ad un Tavolo Olivicolo Regionale, uno spazio di confronto permanente con Regione e associazioni di categoria per affrontare in maniera strutturale le politiche di investimento, di prevenzione fitosanitaria, di crescita qualitativa, di marketing territoriale. Le risorse – hanno fatto notare Francesco Acampora e Roberto Mazzei, presidente e coordinatore di Aprol Campania – esistono già. Non c’è necessità di cercare nuovi fondi, ma solo di ottimizzare le risorse economiche disponibili, ad esempio nelle misure del PSR sulla formazione, sull’innovazione e sulla cooperazione (M1, M2 e M16), e nei piani operativi.
Distretto dell’Olio Evo Campano
La seconda proposta – condivisa da Gennarino Masiello e Salvatore Loffreda, presidente e direttore di Coldiretti Campania – è di dare vita al Distretto dell’Olio Evo Campano. Una scelta strategica che, grazie ad un approccio di pianificazione congiunta tra mondo agricolo e reti istituzionali territoriali, può dare una risposta concreta all’enorme potenziale di crescita del comparto olivicolo nella nostra regione. In Campania – stima Coldiretti – si consumano ogni anno 80 milioni di litri di olio extravergine. Nell’ultima annata olivicola 2017-2018 la produzione dell’extravergine è stata di circa 13 milioni di litri (elaborazione Coldiretti/Aprol Campania su dati Ispra). Da questi dati si deduce che nel 2018 la produzione olivicola campana ha soddisfatto solo il 16% della domanda regionale, ovvero 1 bottiglia su 6. Il potenziale produttivo campano è stimato in circa il 30% della domanda regionale, ovvero 1 bottiglia su 3. La stagione olivicola 2019-2020 non si è ancora conclusa ma, pur non essendo ancora disponibili dati definitivi, si prevede un incremento significativo in quantità e qualità.
La Campania possiede oltre 74 mila ettari coltivati ad oliveto, di cui il 5% circa con metodi di produzione biologica. Le principali varietà olivicole campane sono: l’Ogliarola, la Marinese e la Ravece in provincia di Avellino; l’Ortice, l’Ortolana e la Racioppella in provincia di Benevento; l’Asprinia, la Tonda, la Caiazzana e la Sessana in provincia di Caserta; l’Olivo da olio (detta anche Cecinella o Minucciolo) in penisola Sorrentina, Napoli; la Rotondella, la Carpellese, la Nostrale, la Salella, la Biancolilla e la Pisciottana in provincia di Salerno. A queste autoctone vanno aggiunte varietà come il Leccino e il Frantoio, che pur non essendo autoctone sono presenti da lungo tempo in varie zone della regione. L’olio nuovo esprime al meglio le proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali che tendono a deperire nel tempo. In Campania sono cinque le Dop: Cilento, Colline Salernitane, Irpinia – Colline dell’Ufita, Penisola Sorrentina e Terre Aurunche.