Coronavirus, l’allarme del Financial Times sul rischio recessione

Redazione
Coronavirus, l’allarme del Financial Times sul rischio recessione

Coronavirus, l’allarme del Financial Times sul rischio recessione. Le ultime indiscrezioni tecniche in arrivo dagli esperti delle banche d’affari confermano le implicazioni sulla finanza e sull’economia reale del Coronavirus. Lo rivela il Financial Times, raccogliendo alcune proiezioni in merito agli sviluppi avvenuti nelle ultime ore. Ad essere sotto stretta osservazione è innanzitutto il dato sul Pil, che nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha segnato un andamento negativo del -0,3%. Chiaramente per il primo trimestre del 2020 è atteso un ulteriore peggioramento, in virtù dell’emergenza in corso e dello stallo economico conseguente.

L’Italia

In questo modo però, il Paese dovrebbe rientrare a pieno titolo all’interno di quella che viene definita sul piano teorico come una recessione tecnica, laddove quest’ultima prende forma al secondo trimestre consecutivo con segno negativo. Secondo la manager di Pictet Wealth Management Nadia Gharbi, i principali casi di emergenza sanitaria si concentrano in regioni come la Lombardia ed il Veneto, che da sole compongono circa il 30% del Pil nazionale.

Oltre a ciò, vi è da considerare l’impatto sul Pil delle pesanti restrizioni alla mobilità, delle interruzioni nelle catene di forniture e delle cancellazioni nel turismo, un settore che da solo impatta per il 10% sul Pil. È chiaro quindi che il rischio è di interrompere la timida crescita economica avvenuta negli ultimi tempi nel Paese, per ritornare ad una situazione simile a quella registrata con la grande crisi del 2008.

La borsa di Milano crolla del 5,4% e brucia 30 miliardi di euro

Nel frattempo dalla borsa di Milano si registrano i primi riflessi dell’emergenza sanitaria, con un crollo del 5,43% che ha prodotto perdite per 30 miliardi di euro. La giornata nera rientra tra i dieci ribassi più ampi registrati dal 2000, concretizzando sui mercati finanziari la paura per il possibile sviluppo dell’epidemia.

Anche lo spread ha visto un ritorno di fiamma, posizionandosi intorno ai 145 punti, mentre il rendimento del titolo di Stato decennale si è posizionato allo 0,96%. Tra i titoli maggiormente negativi troviamo le blue chips, il settore del lusso e le azioni del comparto finanziario. Il comparto industriale risulta in sofferenza, mentre cresce la preoccupazione per il settore turistico e fieristico. In compenso il valore dell’oro schizza al rialzo, portandosi ai massimi degli ultimi sette anni e toccando i 1679,70 dollari l’oncia.

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