Coronavirus, Villani: “La scuola è l’ultima cosa da chiudere”
Coronavirus, Villani: “La scuola è l’ultima cosa da chiudere”. “Solo se si decidesse di chiudere tutto la scuola dovrebbe essere sacrificata. Ma se si continuasse a procedere per gradi sarebbe l’ultima a dover piegarsi al lockdown”.
Lo dice Alberto Villani, pediatra del Bambino Gesù e componente del Cts (comitato tecnico scientifico) in un’intervista al Corriere della Sera.
“La scuola – spiega – non è fonte di casi positivi e focolai. I contagi non si sono sviluppati in classe ma nell’ambiente esterno.
È il luogo più sicuro, qui le regole sono pienamente rispettate perché c’è chi è preposto a farle rispettare.
E se anche un bambino con infezione da Sars-CoV-2 entra in aula è molto difficile che possa trasmettere il virus ai compagni dato che indossa la mascherina, è obbligato a lavare le mani e a stare distanziato”.
E aggiunge: “Chiuderla significherebbe privare i ragazzi di un luogo controllato dove possono incontrarsi senza rischiare il contagio.
E poi i bambini di elementari e medie sono i più bravi nel rispettare le regole, molto più degli adulti”.
Appello di Vaia: “Riprendiamo lo spirito patriottico del lockdown”
“Siamo un esercito in campo: cittadini, ricercatori, clinici, media, politica. Un esercito che combatte una guerra contro un nemico subdolo e prepotente fino alla letalità con i più fragili.
In nome loro, per salvare quante più vite umane mi permetto di chiedere ancora una volta: non è il tempo delle Recriminazioni e del ‘Io l’avevo detto’.
Facciamo, tutti, un passo indietro. Riprendiamo lo spirito patriottico del lockdown ed insieme, senza scoraggiarci e senza paura ma con la forza di chi ci crede e non si abbatte, combattiamo la battaglia finale.
Abbiamo le armi giuste. Lo Spallanzani c’è. Ce la faremo!”. Lo ha scritto su Facebook Francesco Vaia, direttore dell’Ospedale Spallanzani di Roma.
“Il Paese non può essere disorientato né dagli scienziati né dai politici con messaggi diversi all’opinione pubblica – ha aggiunto.
L’Italia oggi ha bisogno di coesione. Bisogna combattere tutti insieme la battaglia al Covid”.