Cronaca: arrestato ex poliziotto stalker del bomber Quagliarella

Redazione
Cronaca: arrestato ex poliziotto stalker del bomber Quagliarella

Cronaca. Polizia e carabinieri lo hanno rintracciato nei pressi di casa sua. Avevano tra le mani un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Napoli. Quattro anni e otto mesi da scontare in un penitenziario protetto perchè Raffaele Piccolo, 54 anni, è un ex agente della polizia postale originario di Castellammare di Stabia. Lui è lo stalker del calciatore stabiese Fabio Quagliarella, e ha provato a farlo anche con altri imprenditori e con Guido Lembo, il cantante e proprietario di un noto locale dell’isola di Capri.

Atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona

I giudici lo hanno ritenuto responsabile di atti persecutori, calunnia e sostituzione di persona. Un incubo quello vissuto da Quagliarella che all’indomani della condanna in secondo grado dell’uomo il 21 febbraio 2017 invio’ un video messaggio a tutti i tifosi del Napoli. Perché l’attaccante arrivò nella squadra di De Laurentiis nel pieno della sua carriera da calciatore e all’ombra del Vesuvio ci sarebbero voluto restare per sempre. Ma l’anno dopo, era il 2010, il patron del Napoli lo cedette alla Juventus generando più di un malumore tra i tifosi azzurri.

False voci su Quagliarella

Su Quaglieralla si addensavano brutte voci: di commistioni con la camorra, di festini, di tradimenti. Erano voci false che Raffaele Piccolo avevano creato ad hoc inviando anche lettere alla sede del Napoli. I due si conobbero nel 2000 perchè il calciatore voleva risolvere un problema al cellulare e chiese aiuto all’amico poliziotto. Da qual momento inizio’ l’incubo. Le minacce erano tutte anonime e Quagliarella sporgeva continue denunce ma le faceva all’amico agente di polizia che puntualmente non le trasmetteva. Questo fino al 2010, quando aveva iniziato a capire qualcosa, e si rivolse direttamente alla Procura. Quando i tifosi del Napoli seppero quale era stato il motivo del suo allontanamento dalla squadra, omaggiarono il campione con applausi e striscioni in curva con i quali chiedevano scusa per gli insulti ripetuti per anni, ad ogni partita nella quale lo si vedeva indossare la maglia della rivale Juventus.

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