Demir Orahovac non ce l’ha fatta: è morto in ospedale dopo le coltellate

Il tragico episodio si è verificato al Trullo, a Roma. Tre persone arrestate, la pista del racket per il controllo degli affitti

Redazione
Demir Orahovac non ce l’ha fatta: è morto in ospedale dopo le coltellate
Demir Orahovac

Demir Orahovac non ce l’ha fatta: è morto in ospedale dopo le coltellate. Il tragico episodio si è verificato al Trullo, a Roma. Tre persone arrestate, la pista del racket per il controllo degli affitti.

Nel cuore di Viale Ventimiglia, un quartiere popolare di Roma segnato da tensioni e speranze, si è consumata una drammatica vicenda che riflette le sfide di molte periferie italiane.

Demir Orahovac, giovane montenegrino di 25 anni, è stato vittima di una brutale aggressione con coltello, presumibilmente legata a una spietata guerra per il controllo degli affitti abusivi nei lotti popolari.

L’episodio, avvenuto in un contesto di crescente violenza e paura, ha coinvolto almeno cinque aggressori, di cui tre arrestati, tra cui un padre, suo figlio e un uomo di 37 anni.

L’intervento dei carabinieri

I carabinieri, chiamati più volte per incendi dolosi e tensioni crescenti, hanno trovato l’arma nascosta e continuano le indagini in un clima di omertà e timore.

Questo evento è emblematico di un quartiere che lotta per la legalità e la sicurezza, dove la criminalità organizzata prospera tra micro-bande e traffici illeciti, alimentando vendette e paura tra i residenti.

La comunità locale, rappresentata da figure come Carlo e Carla, esprime il desiderio di vivere senza paura, mentre le istituzioni chiedono interventi urgenti e un piano di recupero urbanistico, sociale ed economico per restituire dignità e speranza alla periferia.

Marco Palma, vicepresidente del Consiglio del Municipio IX, sottolinea l’importanza di una strategia condivisa tra prefettura, Ater e Campidoglio per riportare legalità e sicurezza, evitando che episodi simili si ripetano.

Questa vicenda, pur tragica, è un appello vibrante a non arrendersi e a costruire insieme un futuro migliore, dove la solidarietà e la giustizia prevalgano sulla violenza e sull’illegalità. Un invito a trasformare la paura in coraggio, il degrado in rinascita, per un quartiere che merita di nuovo di sognare.

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