Detenuto si impicca nel carcere di Cremona
L'uomo, 40 anni, di origini bergamasche si sarebbe tolto la vita con l'elastico dei pantaloni

Detenuto si impicca nel carcere di Cremona. L’uomo, 40 anni, di origini bergamasche si sarebbe tolto la vita con l’elastico dei pantaloni. Un altro tragico caso di suicidio in carcere, il tredicesimo dall’inizio dell’anno.
Un 40enne originario di Bergamo, detenuto a Cremona, si è tolto la vita. Secondo le prime indagini, si sarebbe impiccato utilizzando l’elastico dei pantaloni, a poco più di un metro da terra.
L’uomo era detenuto con l’accusa di violenza sessuale e, da alcuni mesi, era stato trasferito dal carcere di via Gleno a quello di Cremona, nella “sezione protetti”, riservata a chi è accusato di crimini simili.
Lì, si trovava temporaneamente in una cella del piccolo settore per i colloqui, caratterizzata da due porte, di cui una con sbarre. Proprio in quella cella, lunedì 24 febbraio, mentre attendeva di incontrare il comandante della polizia penitenziaria, l’uomo ha compiuto il gesto fatale.
Era in condizioni disperate
Il 40enne avrebbe fissato un laccio, forse l’elastico dei pantaloni della tuta, alla porta a cancello. Quando è stato trovato, le sue condizioni erano già disperate. Sebbene i soccorritori abbiano tentato un massaggio cardiaco, ogni sforzo per salvarlo si è rivelato inutile.
“Fino al giorno precedente, non aveva manifestato alcuna intenzione di togliersi la vita”, hanno dichiarato dal carcere. Ora la Procura ha avviato un’indagine sulla sua morte.
“La drammatica realtà delle carceri italiane continua a mostrarsi in tutta la sua gravità,” ha affermato Micol Parati, presidente della Camera penale di Cremona e Crema.
“Cremona è tra le situazioni più critiche della Lombardia, con un sovraffollamento del 140 per cento.” Alessio Romanelli, presidente dell’Ordine degli avvocati di Cremona, ha sottolineato: “Questo susseguirsi di suicidi va fermato. Con oltre 500 detenuti nei due padiglioni, provenienti anche da altri istituti, è difficile gestire l’aspetto pedagogico e di socializzazione.”