Diocesi di Aversa: dopo 40 anni riapre al culto la Chiesa di San Domenico

Redazione
Diocesi di Aversa: dopo 40 anni riapre al culto la Chiesa di San Domenico

Diocesi di Aversa. Venerdì, 18 ottobre 2019, riapre finalmente al culto la restaurata Chiesa di San Domenico, un giorno a lungo atteso dall’intera comunità aversana. L’appuntamento è fissato per le ore 11.00 presso Piazza Plebiscito, largo antistante la stessa Chiesa di San Domenico.

Presenzieranno all’evento S. E. Mons. Angelo Spinillo Vescovo di Aversa; Padre Francesco La Vecchia, Priore della Provincia Domenicana di S. Tommaso d’Aquino in Italia; Alfonso Golia, Sindaco di Aversa; Michele Di Bari, Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno; Angelo Carbone, Direttore Generale del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno; Raffaele Ruberto, Prefetto di Caserta; Elisabetta Garzo, Presidente del Tribunale Napoli Nord; Salvatore Buonomo, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento; Pasquale Leggiero, Presidente Associazione culturale “I Normann”. Ad introdurre e moderare gli interventi sarà Mons. Ernesto Rascato, Delegato Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici.

Chiusa per quasi quaranta anni

Ricordiamo che per quasi quarantanni, dal terribile terremoto del 23 novembre 1980, la Chiesa di San Domenico è rimasta chiusa per inagibilità. Negli decenni successivi si sono registrati continui furti di diverse opere d’arte, come i dipinti di scuola del Solimena e numerose sculture marmoree, con saccheggio di altari e del monumentale organo a canne. Negli ultimi anni, grazie all’interessamento dei vari enti e alla spinta dell’Ufficio diocesano Beni culturali di Aversa, di concerto con i Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Artistico, è stato possibile recuperare e ricollocare in situ numerose opere che erano state trafugate. Oggi, dopo una lunga campagna di restauro ad intermittenza, il monumentale tempio domenicano viene riaperto al culto e alla fruizione della cittadinanza.

I lavori finanziati con soldi pubblici

I lavori  di restauro della vasta copertura (tetto e soffitto ligneo) e della complessa facciata della Chiesa sono stati realizzati con interventi e finanziamenti del Ministero Lavori Pubblici – Provveditorato alle Opere Pubbliche e del Ministero Beni culturali – Soprintendenza ai Beni culturali di Caserta e Benevento, con contributo anche del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, ovvero dell’ente proprietario della chiesa.

L’intervento di messa in sicurezza

L’intervento di messa in sicurezza della Chiesa con il restauro artistico dell’interno  è stato realizzato grazie all’Associazione di Volontariato “I Normann”, che si è impegnata fortemente alla riapertura al culto riuscendo a reperire i fondi necessari da diversi sponsor che hanno raccolto con entusiasmo l’invito a contribuire ad un evento storico per la nostra città.

Cenni Storici

Il Convento e la chiesa di S. Domenico di Aversa  fu fondato da Re Carlo II sotto il pontificato di Niccolò III, nel 1278. La chiesa era dedicata a san Ludovico, Re di Francia. Il  vescovo di Aversa Leonardo donava ai frati domenicani la chiesa di S. Antonino col suo cimitero, attualmente sotto il chiostro. La parte gotica è visibile all’esterno dell’abside della chiesa ove si trova la grande trifora, recuperata durante i lavori di restauro della Soprintendenza di Caserta. Nel 1742 l’Ordine domenicano commissionò un  radicale restauro della chiesa  trasformandola in stile barocco rococò, incaricando l’architetto beneventano Filippo Raguzzini, che utilizzò, per la facciata, il progetto previsto per la basilica di San Giovanni in Laterano in Roma. I Frati Domenicani vi abitarono fino al 1808 a causa delle leggi napoleoniche  che abolivano gli ordini monastici per opera di Gioacchino Murat re di Napoli, e nel 1813 il complesso di S. Domenico passò ai Frati Minori Osservanti della Maddalena, che vi rimasero fino al 1860. Il tempio domenicano fu affidato all’Arciconfraternita del Santissimo Rosario, che l’ha sempre curato, anche dopo il terremoto del 23 novembre 1980.

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