Diventa reale il business delle ONG nello champagne di Casarini

Redazione
Diventa reale il business delle ONG nello champagne di Casarini

Diventa reale il business delle ONG nello champagne di Casarini. Un segreto che tutti conoscevano quello di Luca Casarini, signore delle Organizzazioni non governative, intercettato dalla Procura di Ragusa.

Un’ intercettazione nella quale dall’altro capo del telefono v’è un voce nota, quella di Giuseppe Caccia “detto Beppe”, la missione fu il trasbordo di 27 immigrati dalla petroliera battente bandiera danese, la Maersk Etienne sulla nave Mare Jonio.

Business degli immigrati, le intercettazioni esplosive

La frase dell’eroe dei no global compare nelle intercettazioni della procura di Ragusa. In altre conversazioni si sente Casarini che prevede di brindare a champagne per la contrattazione andata a buon fine.

Dall’altra parte del telefono c’è Beppe Caccia. Capo missione dell’operazione migranti in cambio di soldi, anche lui indagato. Già assessore dei Verdi a Venezia. Un salvataggio dal business ingombrante.

125mila euro risultanti in un bonifico che tiene i due nella pool position delle intercettazioni. Il Procuratore di Ragusa, Fabio D’Anna sottolinea che i soggetti attendevano con ansia la risposta dei danesi, come si evince dai file audio analizzati dagli inquirenti.

Domani saremo con lo champagne in mano

La causale del bonifico indica genericamente “servizi di assistenza forniti in acque internazionali”. In altre conversazioni Casarini prevede di brindare allegramente per il lavoro andato a buon fine. “Domani a quest’ ora potremmo essere con lo champagne in mano. A festeggiare perché arriva la risposta dei danesi».

E se ci sarà l’ok «abbiamo svoltato”, dice l’eroe dei disobbedienti parlando con Alessandro Metz. Armatore della Mare Jonio. Ed ex consigliere regionale dei Verdi in Friuli-Venezia Giulia. E ancora “Mi sa che abbiamo fatto il botto”. Ma anche “Speriamo bene. Con quelli si sistemano tutti!”.

Netto, quindi, l’intento dei due, partiti per un ipotetica consegna di carburante, che lascia l’amaro in bocca, otto gli indagati per il traffico di clandestini. Un episodio che fa comparire altri interrogativi sul mondo delle ONG.

Quelle che operano nel Mediterraneo e non solo; un mercato umano che frutta in taluni casi milioni di euro, che cerca solo stellette mediatiche. Esisterebbe una chiara connivenza tra contrabbandieri e missioni umanitarie.

Connivenza che inizierebbe in mare e terminerebbe sulla terra ferma. L’accoglienza dei migranti, la detenzione degli stessi sono divenute, nell’arco del tempo, per l’Europa e non solo, una vera e propria fonte di guadagno dagli aspetti inquietanti.

Un “profitable migrant business” che pare essere la replica sommersa di un’apartheid purtroppo vissuto di già e di cui questo ventunesimo secolo proprio non necessita.

S. P.

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