Donna muore col suo bambino al momento del parto: tragedia a Palermo

Redazione
Donna muore col suo bambino al momento del parto: tragedia a Palermo

Donna muore col suo bambino al momento del parto: tragedia a Palermo. Tragedia alla Clinica Candela di Palermo. Una donna di 39 anni, Candida Giammona, è morta insieme al suo bambino dopo un parto cesareo d’urgenza.

Inutile la corsa all’ospedale Buccheri La Ferla, mamma e figlioletto non ce l’hanno fatta. Dalla Clinica Candela spiegano che la donna soffriva di una patologia a cui sono seguite rare complicazioni. Sul caso è stata aperta un’inchiesta.

Candida aveva una grande passione per le moto. Tanti i commenti di cordoglio da parte di vari gruppi biker di Palermo. “Il Motoclub i Pellegrini si stringe alla famiglia di Candida Giammona per la triste scomparsa”.

“Gli Indian Bikers porgono le più sentite condoglianze a Dani Batt ed alla famiglia Giammona per la prematura scomparsa di Candida e del suo figlioletto”. Ancora, “Ho appena appreso la terribile notizia…

La tua vita e quella di tuo figlio spezzata in un momento che doveva essere pieno di gioia… Non ci sono parole per descrivere il dolore che sento anche dopo tutto quello che e’ successo in passato.. in fin dei conti devo anche ringraziarti per la tua presenza nella mia vita..

Spero che il cielo possa accogliere te e il tuo bambino permettendoti di vegliare su tua figlia e tuo marito per tutto il loro cammino… Riposa in pace Candida Giammona”.

Caccamo, il rapporto tormentato fra Roberta e Pietro: si cercano i complici del delitto

Un rapporto tormentato, ripicche, tradimenti, botte. Dietro al rapporto fra Roberta Siragusa e Pietro Morreale, i due fidanzatini di Caccamo rispettivamente di 17 e 19 anni, si celavano tutte queste problematiche.

Lei, la mattina di domenica scorsa, è trovata priva di vita in un burrone sul Monte San Calogero, ad indicare il luogo del ritrovamento è Pietro, che adesso si trova in carcere con l’accusa di aver ucciso la giovanissima compagna.

Ed emerge che il ragazzo potrebbe avere avuto dei complici: “Non si può escludere – scrive il gip nelle motivazioni della scelta che lo hanno indotto a non concedere gli arresti domiciliari all’indiziato numero uno – che sia stato aiutato nella successiva fase di occultamento degli elementi di prova”.

Gli investigatori si muovono su due fronti – come ricostruisce un articolo di Connie Transirico sul Giornale di Sicilia in edicola -: intanto cercare di capire cosa sia successo la notte fra sabato e domenica scorsi, attraverso l’analisi di tablet, cellulari e testimonianze.

Dall’altro lato si prova a mettere insieme il puzzle della relazione fra Pietro e Roberta. Un rapporto in fortissima crisi, con entrambe le famiglie scontente di quella situazione in cui avevano saputo e visto i figli arrivare anche alle mani.

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