Donna sepolta tra tonnellate di rifiuti: con lei il figlio

Redazione
Donna sepolta tra tonnellate di rifiuti: con lei il figlio

Donna sepolta tra tonnellate di rifiuti: con lei il figlio. Una donna di 70 anni è stata trovata morta nel suo appartamento in via Scarlatti, a Milano. Si tratta di un’accumulatrice seriale.

Nella sua casa, tra la stazione Centrale e corso Buenos Aires, infatti, polizia e vigili del fuoco hanno dovuto faticare non poco per orientarsi tra tonnellate di oggetti vari, per lo più cianfrusaglie, che occupavano praticamente tutti gli spazi fino al soffitto.

Lo choc dei soccorritori è aumentato quando, tra i tanti oggetti accatastati e a poca distanza dal cadavere della donna, hanno scoperto anche un’altra persona. Si tratta del figlio della 70enne, trovato con lo sguardo assente e in condizioni decisamente precarie.

Nel palazzo nessuno sapeva del figlio della donna

A riferire della macabra scoperta è stato il “Corriere della sera”. L’intervento dei soccorritori risale alla notte tra martedì e mercoledì. Non è chiaro chi li abbia avvertiti.

Ma quando i vigili del fuoco sono arrivati sul pianerottolo del primo piano hanno trovato la porta chiusa a chiave, l’hanno abbattuta e sono stati investiti dal cattivo odore.

Dovuto ai materiali accatastati all’interno nel corso degli anni e anche dal tanfo del cadavere, che giaceva in casa da diverse ore. Scavando letteralmente tra i vestiti, i cartoni e gli oggetti vari che riempivano la casa, i pompieri si sono poi imbattuti nel figlio della donna.

Una sorta di “fantasma” per gli altri inquilini dello stabile, che conoscevano la 70enne ed erano al corrente dei suoi problemi. Ma a quanto pare non avevano mai incrociato il figlio, del quale non erano proprio a conoscenza.

È probabile che la madre lo tenesse praticamente segregato in casa. Resta da capire se i servizi sociali fossero a conoscenza della drammatica situazione della famiglia.

Due aggressioni nel giro di pochi minuti: due ragazzi ‘accoltellati’ al parco

Lo stesso destino per entrambi, anche se non si conoscono tra loro. Due ragazzi – uno di 20 anni e uno di 19, entrambi egiziani ed entrambi senza nessun problema con la giustizia alle spalle – sono stati aggrediti mercoledì sera nel parco martiri della libertà iracheni vittime del terrorismo di via Valtorta a Milano, in zona Turro.

A dare per primo l’allarme è stato il 20enne, che si è rifugiato in via Rancati e ha chiesto aiuto al 112. Quando polizia e 118 sono arrivati sul posto, il giovane ha raccontato che stava passando nell’area verde ed era stato aggredito da un uomo.

Descritto come un nordafricano di circa 1 metro e 80, che lo aveva colpito con dei fendenti alle braccia prima di andare via senza rubargli nulla. Mentre la Volante raccoglieva la testimonianza della vittima, è scattata la seconda allerta, da via Cavezzali, sempre in zona.

Lì i poliziotti e i soccorritori hanno trovato il 19enne, che ha fornito un racconto molto simile. Il ragazzo ha spiegato di essere stato avvicinato da tre persone: due lo hanno colpito con calci e pugni dopo avergli detto “che ca*** guardi”, mentre un altro lo ha ferito alle braccia con un’arma bianca.

Le descrizioni dell’accoltellatore fornite dai due sono perfettamente sovrapponibili ed è quindi verosimile che l’uomo entrato in azione sia lo stesso. Il 19enne è  trasportato al pronto soccorso del San Raffaele in codice giallo e poi dimesso, mentre il 20enne si trova ancora ricoverato nello stesso ospedale.

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