Due giudici di Milano contagiati. Udienze civili non urgenti rinviate. Gli avvocati protestano e proclamano sciopero

Redazione
Due giudici di Milano contagiati. Udienze civili non urgenti rinviate. Gli avvocati protestano e proclamano sciopero

Due giudici di Milano contagiati. Udienze civili non urgenti rinviate. Gli avvocati protestano e proclamano sciopero. Il coronavirus è arrivato anche nella cittadella giudiziaria nei cui uffici entrano ogni giorno migliaia di persone. Gli uffici sono stati sanificati. I due magistrati, marito e moglie, sono ricoverati all’ospedale Sacco: le loro condizioni non destano preoccupazioni. L’ordine degli avvocati: “Rinviare tutti i processi civili e penali non urgenti”. La Camera penale proclama lo stato di agitazione.

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Il coronavirus è arrivato anche nella cittadella giudiziaria di Milano nei cui uffici entrano ogni giorno migliaia di persone. Due giudici del Tribunale, uno della VI sezione civile e l’altro della sezione Misure di prevenzione, sono risultati positivi al test e sono ora in isolamento all’ospedale Sacco. Le condizioni dei due giudici, che sono sposati, non destano preoccupazioni. Dopo la notizia, sono stati chiusi alcuni uffici e alcune aule di udienza del Palazzo di Giustizia: è stata decisa poi la sospensione dei processi civili ordinari fino ad aprile alla luce della “diminuzione delle risorse”, ossia del personale, giudici e personale amministrativo e diverse persone devono andare in autoisolamento ed essere monitorate. Già una quindicina di magistrati delle due sezioni e il personale amministrativo sono stati messi in isolamento preventivo e per altre persone ancora servirà questa misura. Dunque, si è creato un problema di diminuzione delle risorse, soprattutto nel settore civile. Un provvedimento insufficiente secondo l’Ordine degli avvocati di Milano che chiede attraverso il presidente Vinicio Nardo il rinvio di tutte le udienze. Intanto gli avvocati della Camera penale di Milano hanno proclamato lo “stato di agitazione” e chiedono “la immediata sospensione, quantomeno fino al 16 marzo 2020, di tutta l’attività giudiziaria non urgente e il rinvio d’ufficio di ogni udienza, con esclusione dei procedimenti nei confronti di persone detenute, internate o in stato di custodia cautelare” per “limitare il più possibile nell’immediatezza, la frequentazione del Palazzo di Giustizia” dopo i due casi di positività al Coronavirus in Tribunale.

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