È l’umidità (e non la temperatura) a incidere sulla trasmissione del coronavirus

Redazione
È l’umidità (e non la temperatura) a incidere sulla trasmissione del coronavirus

È l’umidità (e non la temperatura) a incidere sulla trasmissione del coronavirus. “Abbiamo scoperto che c’è una costante relazione negativa tra l’umidità relativa e il verificarsi di casi di coronavirus. Nessun nesso è stato invece trovato tra casi e temperatura, precipitazioni o velocità del vento”.

Questi in sintesi i risultati di una nuova ricerca scientifica condotta dal professor Michael Ward, epidemiologo dell’Università di Sydney. In collaborazione con la Fudan University di Shanghai.

È l’umidità a incidere sulla trasmissione del coronavirus

Lo studio ha valutato la possibile associazione tra fattori climatici e casi di Covid-19 registrati in Nuovo Galles del Sud, in Australia. Portando a quella che i ricercatori ritengono una “conoscenza necessaria per orientare gli interventi di salute pubblica affinché la diffusione di Sars-Cov-2 possa essere controllata con successo”.

Nello specifico, sono stati analizzati 1.203 casi clinici che si sono verificati dall’inizio dell’epidemia fino alla fine di maggio 2020. Per i quali è stato determinato che l’infezione era stata contratta localmente.

In base alla residenza di ciascun paziente, sono identificate le stazioni meteorologiche più vicine per ottenere i dati relativi alle osservazioni giornaliere in termini di precipitazioni (mm), temperatura (°C), umidità relativa (%) e velocità del vento.

E stimare i valori medi al fine di creare delle serie temporali di dati meteo precedenti e successive al picco epidemico che, nello Stato australiano, si è verificato il 31 marzo 2020.

L’analisi ha indicato “un’associazione robusta” tra numero di casi e umidità relativa. Dando la possibilità di calcolare la relazione che intercorre tra variazioni di umidità e andamento dei contagi.

“Una diminuzione dell’1% dell’umidità relativa ha aumentato di circa il 7-8% il numero di casi. Con un effetto più pronunciato con valori di umidità relativa inferiori al 75-79%.”

“Questa associazione potrebbe essere determinata dall’effetto dell’umidità sugli aerosol respiratori. E quindi sul materiale infettivo che resta sospeso nell’aria più a lungo. Oppure da un effetto più diretto sulla sopravvivenza del virus nell’ambiente.”

“La mancanza di una relazione coerente tra temperatura e casi di Covid-19 in questo e altri studi precedenti, così come nei casi di Sars e Mers. Suggerisce che sia il primo effetto a influenzare la trasmissione di Sars-Cov-2”.

Inoltre, aggiungono gli studiosi

“L’infezione da coronavirus è più sensibile all’umidità. In periodi caratterizzati da valori di umidità più bassi si potrebbero quindi prevedere picchi di trasmissione di Sars-Cov-2. In assenza di un vaccino, tali osservazioni possono dunque consentire l’adozione più tempestiva, efficiente ed efficace dei interventi di salute pubblica”. Fonte Fanpage

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR