Elisabetta, il summit del secolo: tutto è un rebus

Redazione
Elisabetta, il summit del secolo: tutto è un rebus
La Regina Elisabetta II

Elisabetta, il summit del secolo: tutto è un rebus. Il summit internazionale del secolo. Con 500 dignitari di 200 Paesi, fra i quali circa 100 capi di Stato e di governo, i funerali di Elisabetta sono anche un grande evento diplomatico.

L’unico precedente sono i funerali di Giorgio VI, il padre di Elisabetta

Bisogna andare indietro alle esequie di Nelson Mandela, nel 2013, o a quelle di papa Giovanni Paolo II, nel 2005, per trovare qualcosa di simile. E sicuramente in Gran Bretagna l’unico precedente sono i funerali di Giorgio VI, il padre di Elisabetta, nel 1952.

Non ci si aspetta un grande gesto. Non ci si aspettava la stretta di mano fra Barack Obama e Fidel Castro ai funerali di Mandela, che avviò il disgelo tra gli Stati Uniti e Cuba.

Tuttavia, ieri, al ricevimento offerto a Buckingham Palace da re Carlo e dalla regina consorte Camilla, ci saranno stati approcci e conciliaboli che serviranno a far avanzare i rapporti futuri.

È stato un momento più informale. Quello di ieri a Palazzo. Ai funerali di oggi sarà diverso. Agli ospiti sono stati serviti drink e canapé nella Picture gallery, la pinacoteca reale che ospita inestimabili capolavori della pittura europea, prima di spostarsi nelle State Room.

Il presidente americano Joe Biden, accompagnato dalla moglie Jill, è arrivato a bordo della sua auto ufficiale. Mentre gli altri dignitari sono stati trasportati in autobus.

Biden ha firmato il libro di condoglianze. Ha reso omaggio alla regina che, ha detto, in qualche modo gli rammentava sua madre: «Il mondo è migliore» a motivo di Elisabetta, ha commentato il presidente.

Un raduno simile non poteva essere esente da problemi. Forti critiche aveva suscitato l’invito al principe saudita Mohammed bin Salman, implicato nell’assassinio del dissidente Jamal Khashoggi: e alla fine lui ha rinunciato a venire.

Mentre Mosca ha avuto l’ardire di definire «profondamente immorale» la decisione del governo britannico. «Un tentativo di utilizzare la tragedia nazionale che ha toccato il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Strumentalizzare per scopi geopolitici per regolare i conti con il nostro Paese».

Nemmeno i leader di Bielorussia, Birmania, Siria, Afghanistan e Iran hanno ricevuto un invito speciale. La presenza della Cina pure ha suscitato malumori e alla fine Pechino ha inviato il vice-presidente. Il corriere

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