Emanuele Burgio ucciso dallo zio del rivale dopo una lite stradale

Redazione
Emanuele Burgio ucciso dallo zio del rivale dopo una lite stradale

Emanuele Burgio ucciso dallo zio del rivale dopo una lite stradale. Ucciso a colpi di arma da fuoco in strada dallo zio dell’uomo con cui aveva avuto una lite stradale  per un incidente qualche giorno prima.

È questa la prima ricostruzione dell’omicidio di Emanuele Burgio, il 25enne freddato a colpi di arma da fuoco nella notte tra domenica 30 e lunedì 31 maggio nel cuore del quartiere della Vucciria a Palermo.

A raccontare di fronte agli inquirenti la dinamica di quello che appare una sorta di agguato è stato Domenico Romano, il 49enne fermato nelle scorse dalla polizia insieme al figlio Giovanni Battista di 29 anni, e al fratello Matteo Romano di 39 anni.

Il 49enne ha cercato di alleggerire la posizione del figlio finito in cella con lui e con lo zio spiegando che il giovane era andato sul luogo del delitto solo per avere un chiarimento con la vittima dopo la lite che i due avevano avuto nei giorni precedenti.

A premere il grilletto sarebbe stato il 39enne Matteo Romano, secondo quanto raccontato dal 49enne, dopo l’ennesima discussione sfociata tra i tre e il 25enne per la solita storia della lite stradale.

Un racconto al vaglio degli inquirenti

Un racconto che dovrà essere vagliato nei minimi dettagli dagli agenti della squadra mobile del capoluogo siciliano che indagano sull’omicidio. Le parole del 49enne saranno messe a confronto con le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza della zona che avrebbe ripreso l’intera scena del delitto.

Secondo le prime notizie, il video, che ha  già permesso a risalire ai tre fermati in poco più di 24 ore dall’omicidio, confermerebbe che a sparare è stato il 39enne ma a passare la pistola allo zio sarebbe stato proprio Giovanni Battista.

La vittima, raggiunta a da diversi colpi di arma da fuoco al torace e alle spalle, ha tentato una breve fuga; ma l’uomo è crollato poco dopo a terra esanime prima di essere trasportato in ospedale dove è morto poco dopo.

Per il suo assassinio i tre arrestati devono rispondere del reato di omicidio premeditato in concorso tra loro e aggravato dai futili motivi. Rischiano la pena massima dell’ergastolo, del fine pena mai.

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR