Enna, esame Dna: è figlio al violentatore della donna disabile

Redazione
Enna, esame Dna: è figlio al violentatore della donna disabile

Enna, esame Dna: è figlio al violentatore della donna disabile. Enna, la Procura della Repubblica ha ottenuto i risultati dei primi accertamenti effettuati dalla Polizia Scientifica sul DNA dell’indagato per il reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una donna disabile.

I Pubblici Ministeri, Leonte Stefania e Orazio Longo della Procura della Repubblica di Enna diretta da Palmeri Massimo, a seguito del fermo di L. A. di anni 39 nato in provincia di Enna; per il reato di violenza sessuale aggravata ai danni di una donna disabile; e nel momento in cui la stessa era a lui affidata, avevano disposto  la comparazione del DNA dell’indagato con quello del nascituro.

Il fatto

Si ricorda che l’uomo era stato sottoposto a fermo in data 7 ottobre u.s. e che il GIP aveva convalidato il provvedimento restrittivo accogliendo la richiesta di misura cautelare in carcere; difatti il soggetto si trova ancora ristretto presso un istituto di pena siciliano.

La donna a seguito del reato di violenza sessuale, è incinta, pertanto bisognava procedere con tecniche di estrapolazione del DNA dal sangue materno; questo per non mettere a rischio la vita del nascituro e della mamma.

La Procura della Repubblica di Enna ha disposto una complessa estrapolazione del DNA del nascituro grazie a tecniche di analisi all’avanguardia da effettuare sul sangue della mamma.

Grazie agli esami è possibile comparare il DNA dell’indagato con quello del nascituro, stabilendo una compatibilità pari al 99.9%.

Questo significa che l’indagato è il padre del bambino. Al momento della nascita, però sarà effettuata, comunque, un’altra comparazione per motivi medico legali e per ottenere un dato certo.

La Procura della Repubblica ha inoltre incaricato due esperte, una neuropsichiatra (dott.ssa Mattina) ed una psicologa (dott.ssa Fazio), per accertare la capacità cognitiva della vittima.

Le due consulenti in questi giorni hanno effettuato un’accurata visita della vittima, confermando quanto dichiarato dai testimoni alla Squadra Mobile di Enna, ovvero la totale incapacità della ragazza a prestare qualsivoglia consenso nel consumare un rapporto sessuale, poiché la vittima riesce, con difficoltà, a rispondere ai bisogni primari.

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