Eroi di una volta e nuovi eroi: superficialità della società contemporanea

Nel corso della storia, abbiamo imparato a riconoscere i nostri eroi nei volti di uomini e donne che hanno sacrificato se stessi per il bene della patria

Redazione
Eroi di una volta e nuovi eroi: superficialità della società contemporanea

Eroi di una volta e nuovi eroi: superficialità della società contemporanea. Nel corso della storia, abbiamo imparato a riconoscere i nostri eroi nei volti di uomini e donne che hanno sacrificato se stessi per il bene della patria, della giustizia, e del progresso umano.

Erano uomini come Giuseppe Garibaldi, che con il suo coraggio e la sua determinazione ha contribuito a unificare l’Italia, o donne come Rita Levi-Montalcini, che con la sua ricerca ha cambiato il corso della scienza. Erano eroi silenziosi, la cui grandezza non risiedeva nei riflettori, ma nella loro dedizione ai principi che fondano una società sana e giusta.

Oggi, però, ci troviamo a osservare un cambiamento radicale nella percezione dell’eroismo. I nomi che una volta risuonavano nelle piazze e nelle scuole, quelli di chi ha combattuto e vissuto per valori nobili, sono ora oscurati da una nuova generazione di “eroi”.

Gli eroi contemporanei non portano più medaglie, né sono riconosciuti per atti di coraggio o sacrificio. Sono tiktoker,  influencer, celebrità dei social media che si guadagnano ammirazione. Non per aver fatto qualcosa per la collettività, ma per la loro capacità di attrarre attenzione e accumulare numeri, anche economici.

I nuovi eroi del nostro tempo sono rappresentanti di una cultura che spesso riduce ogni cosa alla superficie, dove apparenza, abilità nel farsi notare e numero di “like” diventano le misure del successo. Ricerca della fama istantanea, condivisione di momenti futili e continuo bisogno di approvazione sociale sembrano aver preso il posto di valori più profondi, come altruismo, coraggio e impegno civile.

Illusoria gratificazione

I protagonisti dei social, pur avendo una notevole influenza, non sembrano impegnarsi per un ideale più grande di loro, ma piuttosto per il desiderio di un’illusoria gratificazione immediata. Eppure, è innegabile che viviamo in un’epoca in cui l’immagine ha preso il sopravvento sulla sostanza.

Persone come Chiara Ferragni, che ha costruito un impero mediatico partendo dalla sua presenza online, sono oggi il modello di successo per milioni di giovani. Il valore delle azioni di queste figure si misura in numeri, in follower, in brand di lusso, ma non in atti che possano realmente cambiare la società. I loro successi sono il riflesso di una cultura che celebra il successo individuale a scapito di quello collettivo.

C’è un prezzo da pagare

In un’epoca dove l’immagine è tutto, profondità e riflessione rischiano di essere relegati nell’ombra. La ricerca costante di approvazione rischia di minare la capacità di pensare criticamente, di coltivare ideali, e di investire nel bene comune. Dove sono finiti i valori che, un tempo, ispiravano i giovani a lottare per la giustizia sociale, la scienza, o la pace? Oggi, quei valori sembrano lontani, oscurati dalla necessità di esibirsi, di farsi notare, di essere sempre connessi e in vetrina.

Certo, non si può negare che l’universo digitale abbia avuto anche impatti positivi: ha dato voce a chi non l’aveva, ha democratizzato la possibilità di essere visti e ascoltati. Tuttavia, la sua superficialità è altrettanto palpabile.

I nuovi “eroi” svuotati di contenuti per un cambiamento reale

I nuovi “eroi” sono spesso svuotati di contenuti, orientati più a conquistare una visibilità effimera che a promuovere un cambiamento reale. La riflessione che emerge è che, forse, il vero eroismo del nostro tempo non risiede in chi sa come sembrare un eroe, ma in chi, dietro le quinte, si impegna quotidianamente a costruire un futuro migliore.

Forse non troveremo più eroi che salgono su cavalli o che inventano scoperte scientifiche rivoluzionarie, ma il cambiamento può ancora nascere da chi è pronto a fare il bene senza cercare la ribalta.

La sfida è capire se la società è ancora disposta a riconoscere quest’altro tipo di eroismo, quello silenzioso, e a tornare a dare valore a ciò che davvero conta.

Maria Laudando

  •  

Redazione

La redazione de L'inserto, articoli su cronaca, economia e gossip

Modifica le impostazioni GPDR