Evasione fiscale: arriva l’algoritmo cacciatore

Redazione
Evasione fiscale: arriva l’algoritmo cacciatore

Evasione fiscale: arriva l’algoritmo cacciatore. Un algoritmo speciale, che incrocia le banche dati (tra cui i numeri su conti correnti e bollette), per combattere l’evasione fiscale e raggiungere gli obiettivi ambiziosi del Pnrr.

Arriverà in Italia a luglio e sarà gestito da Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza, sul modello di quanto fatto un anno fa dalla Francia (che aveva introdotto un sistema per raccogliere informazioni anche da social network e internet per combattere l’evasione fiscale).

In realtà non si tratta di una novità assoluta per il nostro Paese. Lo strumento contro l’evasione fiscale è pronto da tempo ed è in linea con una circolare dell’Agenzia del 2016.

Secondo cui a tutte le informazioni ottenute dalle banche dati si possono aggiungere “quelle che provengono da altre fonti, ivi fonti aperte”, quindi anche web e piattaforme social.

Possibilità ribadita da una circolare della Guardia di Finanza del 2018, in cui si parla proprio della possibilità di cercare elementi utili dalle banche dati, partendo da siti internet, articoli stampa e social network.

Il Garante della Privacy

Finora, però, lo stop era stato dato dal Garante della Privacy. A quest’ultimo il governo ha ora trasmesso “lo schema di decreto ministeriale recante le procedure per la pseudo-anonimizzazione dei dati da parte dell’Agenzia delle Entrate, ai fini dell’acquisizione del relativo parere”.

A quanto filtra dal Garante della Privacy, ora potrebbe arrivare un ok. Se questo ci sarà entro giugno, quindi, l’algoritmo contro l’evasione fiscale potrebbe cominciare ad operare già a luglio.

Lo strumento per combattere l’evasione fiscale potrebbe entrare in conti correnti, registri immobiliari e mobiliari, carte di credito, conti correnti e forse anche spese sanitarie.

Su quest’ultimo punto in particolare, però, sono più forti le perplessità degli esperti di diritto alla privacy, cosa che potrebbe generare un apposito divieto da parte del Garante. Dovrebbero quindi essere create due liste di contribuenti.

Quelli ad alto rischio evasione e quelli che presentano uno o più rischi fiscali. Tutti i nomi non saranno manifesti; ma nascosti da uno pseudonimo e rivelati solo quanto ci sarà la notifica di accertamento o l’invito a saldare il debito.

Secondo il Pnrr l’Italia deve ridurre la propensione all’evasione fiscale registrata del 5% nel 2023; e del 15% nel 2024 rispetto ai dati del 2019. C’è quindi l’impegno ad accrescere del 15% l’invio di lettere di compliance ai contribuenti.

Nelle lettere l’Agenzia delle Entrate contesta alle persone quanto non versato e invita a saldare il debito, evitando così l’accertamento formale.

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