Fa kayak nel fiume con gli amici, 13enne muore annegato

Redazione
Fa kayak nel fiume con gli amici, 13enne muore annegato

Fa kayak nel fiume con gli amici, 13enne muore annegato. Tragedia al confine tra Italia e Slovenia nel pomeriggio di oggi, mercoledì 23 giugno. Un ragazzino di 13 anni è morto annegato nel fiume Isonzo.

Partecipava a allenamento kayak quando sarebbe caduto in acqua senza riemergere. Subito sono intervenuti i Vigili del fuoco che hanno avviato ricerche fino a quando non hanno trovato corpo ormai senza vita. L’allarme è scattato alle 16.30.

Secondo una prima ricostruzione, la vittima aveva partecipato assieme a un gruppo di giovani amici alle attività del centro kayak di Salcano, a due passi da Gorizia oltreconfine. Poi, vista l’afa, si era fermato assieme a loro sul fiume Isonzo per un bagno.

Non è più riemerso

All’improvviso, stando alle poche notizie che arrivano dalla Slovenia e riportate anche dal Primorski dnevnik, il ragazzino di 13 anni non è più riemerso. L’allarme è stato lanciato dagli amici e dai tecnici della vittima che stavano partecipando al corso di kayak e che non hanno più visto riemergere il ragazzino.

Dopo che i pompieri ne hanno recuperato il corpo, il personale sanitario ha cercato di rianimarlo; ma non c’era più nulla da fare. Il tredicenne, originario e residente nella zona della Goriska, è deceduto.

Secondo quanto si è appreso, la vittima indossava il giubbotto di salvataggio, ma la corrente del fiume lo avrebbe spinto sotto una roccia con la propria imbarcazione, impedendone la risalita e provocandone l’annegamento.

Come riporta il quotidiano Il Piccolo, l’Isonzo è un fiume infido con quei mulinelli che già nel passato hanno creato non pochi problemi a chi faceva il bagno. Immediati sono scattate le ricerche, che hanno impegnato sul fronte italiano dell’Isonzo i vigili del fuoco, e presto il ragazzo è stato individuato e ripescato.

Covid, in Fvg predomina variante inglese

Quella inglese (alpha) è la variante predominante presente in regione, seguita da quella indiana o Delta mentre a lunga distanza risulta esserci la brasiliana o gamma. A darne notizia è il vicegovernatore della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi al termine dell’operazione di sequenziamento compiuto dai laboratori del Fvg su un campione formato da 96 casi presi in esame.

“I tamponi analizzati – spiega il vicegovernatore – fanno parte di un sottoinsieme di persone che nell’indagine evidenziava la possibilità di presenza di una variante. Dei 96 campioni, in 50 casi è stata rilevata la presenza della variante alpha (inglese).  Per quanto la variante delta (indiana), i casi presenti sul campione sono stati 28; della brasiliana 3.

I sindacati

I sindacati della triplice ed altri della categoria sanità hanno chiesto a Riccardi una “forte presa di posizione contraria e distante da personalismi e protagonismi”, per “rimanere coerenti con la condivisibilissima campagna di contrasto alla pandemia COVID 19.

Per dare un “messaggio chiaro ed univoco laddove ci fosse ancora incertezza o contrarietà”. Le organizzazioni esprimono “vivissima preoccupazione” perché la regione Fvg “detiene oggi il triste primato italiano nella percentuale di operatori sanitari non vaccinati (11,91%).

E prendono “atto con grande disappunto e stupore che la Regione tace con imbarazzo davanti a certi colleghi che si permettono di attaccare liberamente una legge dello stato come liberticida e discriminante, di fatto legittimando ed aizzando frange di pensiero ed azione NO VAX”.

Oggi in Fvg su 4.046 tamponi molecolari sono stati rilevati 9 nuovi contagi (positività a 0,22%). Sono inoltre 1.399 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali non sono stati rilevati casi. Si registra un decesso pregresso; per il secondo giorno consecutivo non ci sono più persone ricoverate nelle terapie intensive, i pazienti in altri reparti sono stabili, a 9 unità.

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