Foggia, crollo delle vendite, al macero il sedano nei campi

Redazione
Foggia, crollo delle vendite, al macero il sedano nei campi

Foggia, crollo delle vendite, al macero il sedano nei campi. Il crollo dei consumi e il maltempo mettono KO il mercato della salutare pianta. Sono andate al macero migliaia di piante di sedano in provincia di Foggia.

Le motivazioni dello spreco alimentare

Le motivazioni sono legate al crollo dei consumi e alla drastica riduzione dei ritiri del prodotto da parte della Grande distribuzione organizzata.

A denunciare l’impressionante spreco alimentare a seguito del crollo del mercato del sedano, la Coldiretti Puglia.

Migliaia piante di sedano marciscono

Intanto le salutari piantagioni di sedano continuano a marcire di ora in ora nelle campagne pugliesi. Il prodotto si era appena miracolosamente salvato dai pesanti nubifragi delle scorse settimane.

Gli alti costi della raccolta

Agli agricoltori pugliesi non resta perciò che trinciare le piante perché non riescono a sostenere gli ulteriori costi della raccolta. Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia, dichiara.

“Il mercato è fermo, la domanda non c’è e anche la grande distribuzione, nonostante ci siano contratti stipulati precedentemente, sta ritirando quantitativi di prodotto inferiori rispetto a quanto pattuito.

A pesare ulteriormente è la situazione climatica avversa che ha inciso pesantemente, con maggiori costi a carico delle aziende, anche sul pomodoro.”

La disperazione degli agricoltori

Evidenti le ripercussioni sul fronte lavoristico con la perdita di giornate di lavoro degli operai che non raccoglieranno il prodotto, quando solo Foggia assorbe il 27% del totale regionale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

La spesa alimentare – evidenzia Coldiretti Puglia – è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010.

Le allarmanti conseguenze del lockdown

A pesare è stata, durante il lockdown, la chiusura della ristorazione, lo smart working, la diffidenza dei consumatori e le difficoltà del turismo, soprattutto straniero, che rappresenta una fetta importante della clientela.

Per arginare la catastrofe, il delegato confederale Piccioni afferma che: “È fondamentale garantire la stabilità del mercato e dei prezzi lungo tutta la filiera.

Rivendendo l’organizzazione commerciale dal campo alla tavola per bloccare ogni tentativo di speculazione a danno dei consumatori e degli agricoltori che devono poter continuare a produrre per difendere la sovranità alimentare del Paese in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.

Le quotazioni riconosciute ai produttori in molti settori non coprono più’ neanche i costi e mettono a rischio il sistema agroalimentare.”

Secondo l’indagine Coldiretti, post lockdown quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) hanno registrato un drastico calo dell’attività.

Mariagrazia Veccaro

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