“Forte risposta immunitaria”. ​C’è speranza per il vaccino

Redazione
“Forte risposta immunitaria”. ​C’è speranza per il vaccino

“Forte risposta immunitaria”. ​C’è speranza per il vaccino. Passi avanti sulla sperimentazione del vaccino italo-inglese sviluppato dalla Oxford University in collaborazione con l’Irbm di Pomezia. I primi risultati, pubblicati sulla rivista The Lancet sembrano essere molto positivi.

Perché causerebbe “pochi effetti collaterali e induce una forte risposta immunitaria”. Oltre ad essere considerato “sicuro”.

ChAdOx1, è questo il nome impronunciabile del vaccino che fa ben sperare. In pratica, i risultati preliminari riferiti alle prime due fasi della sperimentazione parlano di “una forte risposta immunitaria e anticorpale fino al 56esimo giorno della sperimentazione in corso” .

Sperimentazione che ha coinvolto 1.077 adulti sani. Le conferme arrivano anche dopo la sperimentazione sugli animali che ha dato esiti positivi.

“Risultati incoraggianti”

“I risultati del vaccino qua ad Oxford sono senza dubbio incoraggianti. Che onore essere parte di questo progetto e lavorare con così tante persone di talento”. Scrive su Twitter l’immunologo Giacomo Gorini dell’Edward Jenner Institute for Vaccine Research a Oxford.

Lo scienziato fa parte del team che lavora alla produzione del vaccino. Gli fa eco il ministro della Salute Roberto Speranza. Che sempre su Twitter sottolinea.

“Primi riscontri scientifici sul vaccino dell’Università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni sono incoraggianti. L’Italia è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Diamo forza alla ricerca”.

Come funziona

Il vaccino, che fa parte dell’accordo tra Italia, Germania, Francia e Olanda che forniranno 400 milioni di dosi per tutta la popolazione europea, si basa sulla tecnica del “vettore virale”.

Ossia l’utilizzo di un virus simile al Covid-19 ma non aggressivo a cui si “incollano” le le informazioni genetiche che dovrebbero far scattare la risposta immunitaria dell’organismo.

“C’è ancora molto lavoro da fare prima che si possa confermare che il nostro vaccino aiuterà a gestire la pandemia di Covid-19. Ha dichiarato Sarah Gilbert dell’università di Oxford, ma questi risultati sono promettenti”, si legge sul Corriere.

I ricercatori dello Jenner Institute sottolineano come le risposte immunitarie “possono essere addirittura maggiori dopo una seconda dose, secondo uno studio su un sottogruppo di 10 partecipanti”, anche se si invita alla cautela.

Anche il primo ministro britannico Boris Johnson, coinvolto in prima persona dalla malattia, ha commentato positivamente la notizia sui risultati dei primi trials sul prototipo di vaccino.

Considerato al momento il più avanzato in Europa. Vedremo, dunque, se sarà proprio questo il vaccino che salverà il mondo.

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