Galatone (Lecce): Giovane aggressore resta in galera nonostante l’encomio

Redazione
Galatone (Lecce): Giovane aggressore resta in galera nonostante l’encomio

Galatone (Lecce): Giovane aggressore resta in galera nonostante l’encomio. Aveva pestato e accoltellato un altro ragazzo. Non è bastato neppure un encomio conferitogli direttamente dal direttore del carcere di Lecce per ottenere i domiciliari.

Rimane dietro le sbarre Marco Colazzo, 24enne di Galatone, uno dei tre ragazzi autori di un brutale pestaggio.

Le dinamiche dell’aggressione

Il vergognoso episodio è avvenuto nella notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso a Galatone, in provincia di Lecce. La vittima Dario Potenza era picchiata a sangue all’esterno di un bar del paese.
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Il niet alla scarcerazione di Colazzo reca la firma del gip Mario Tosi che ha rigettato l’istanza depositata dall’avvocato difensore Roberto Tarantino. Tarantino aveva cercato di fare leva sul ruolo più marginale del giovane nell’aggressione.

La difesa di Colazzo

Colazzo infatti non avrebbe impugnato l’arma con cui era gravemente ferito il 21enne ma si sarebbe “limitato” a sferrare solo calci e pugni alla vittima che intanto agonizzava per terra.

Secondo invece il Gip, Colazzo non si era invece fatto alcuno scrupolo a sferrare un ultimo violento calcio all’aggredito già inerme.

Gli altri due membri del branco

La buona condotta in carcere non ha quindi implicato un occhio di riguardo del giudice nei confronti di uno dei tre componenti del branco, completato da Giuseppe Marzano, 54enne e Vincenzo Lanzillotto, di 39.

Anche questi ultimi sono attualmente detenuti dopo quella che il giudice ha definito “una spedizione punitiva, organizzata e preparata”.

E Colazzo, pur limitandosi a picchiare la vittima, ha comunque concorso nel tentativo di omicidio, risultando fisicamente addirittura più violento dei tre. La vittima, dopo essere rimasta in fin di vita per alcuni mesi, ora sta meglio.

Lo strano comportamento della vittima

Il giovane è stato salvato dai suoi aggressori da un soprintendente della polizia che, libero dal servizio, non aveva esitato a compiere il suo dovere fino in fondo strappandolo dalle mani dei suoi aguzzini.

Adesso ha avanzato una richiesta risarcitoria di 200mila euro, nonostante nel corso delle indagini abbia mantenuto un atteggiamento omertoso, non riferendo i motivi dell’aggressione.

La molla del pestaggio è però rivelata dai carabinieri della stazione di Galatina guidati dal comandante Riccardo Malerba e coordinate dal pm Francesca Miglietta.

Le motivazioni del pestaggio

Secondo i militari, tutto sarebbe ricondotto alla gestione del traffico di droga. La resistenza a collaborare della vittima è riconducibile anche a possibili ritorsioni, soprattutto a seguito di numerose minacce giuste con l’avvio del processo.

Ignoti hanno infatti esploso un colpo di pistola contro la carrozzeria della Fiat Croma della zia dove Potenza sta scontando i domiciliari per fatti di droga.

Alessandro Pallavicini

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